A L’Avana scoppia la protesta per blackout e cibo: cacerolazo, blocco della 51ª Avenida, fermi e minacce di sanzioni. Sullo sfondo un Paese stremato da cinque blackout nazionali in un anno e da oltre mille azioni civiche solo a settembre.
(Foto: il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel).
È iniziata con il rumore metallico delle pentole e si è trasformata in un corteo improvvisato che ha occupato la 51ª Avenida, nel quartiere di Santa Felicia (Marianao), a L’Avana. “Vogliamo luce, cibo e libertà”, hanno gridato decine di residenti martedì sera, sfidando l’annuncio del presidente Miguel Díaz-Canel che aveva minacciato sanzioni per chi blocca le strade. Poche ore dopo, la polizia è intervenuta e sono scattati i primi fermi, secondo più testimonianze indipendenti.
Repressione lampo e diritti calpestati
L’intervento delle forze dell’ordine è stato rapido: agenti hanno disperso i manifestanti, tentando di impedire riprese e dirette dai telefoni. Per organizzazioni indipendenti, è l’ennesima conferma di violazioni della libertà di pensiero ed espressione. Un residente ha sintetizzato il malessere: “Segnalo la mia situazione da quattro anni e nessuno mi ascolta”.
Il contesto: un Paese al buio
La protesta esplode dopo mesi di blackout a singhiozzo e a poche settimane dal quinto blackout nazionale in meno di un anno, che ha lasciato milioni di persone senza elettricità. La rete elettrica, basata su centrali a olio combustibile obsolete, opera sotto la domanda e soffre cronica scarsità di carburante.
Numeri in crescita: oltre mille proteste in un mese
Settembre ha segnato un record di azioni civiche: proteste, cacerolazos, sit-in e denunce pubbliche, spinti da mancanza di luce e acqua, servizi essenziali in crisi e prezzi in aumento. Dal 2021 si è consolidata una nuova grammatica del dissenso: meno grandi cortei nazionali, più fiammate locali ma ripetute.
Il messaggio del potere: niente strade bloccate
Díaz-Canel ha ribadito che non saranno tollerati blocchi e che i reclami “devono passare per le istituzioni del Partito”. Intanto, a L’Avana resta la rotazione dei blackout e l’appello alla “pazienza”. “I problemi sono gravi e non si risolvono in un fine settimana”, ha scandito il capo dello Stato.
Voci e immagini dal quartiere
Video geolocalizzati mostrano la protesta davanti alla panetteria “Cuba Italia” a Santa Felicia: pentole che battono, auto ferme, sirene in lontananza, agenti che arrivano a disperdere. Alcuni media culturali indipendenti hanno diffuso il cacerolazo del 7 ottobre e il blocco della 51ª.
La frattura del 2021 come spartiacque
Dallo storico 11 luglio 2021 la mobilitazione civica, pur tra arresti e processi, è entrata nel repertorio pubblico. L’uso dei social e dei video ha reso le proteste più reticolari e intermittenti, riducendo la possibilità di prevenzione e aumentando il costo della repressione selettiva.
Cosa aspettarsi
Senza interventi strutturali sugli impianti e senza carburante sufficiente, è verosimile che interruzioni e tensioni proseguano. Se non arriveranno migliorie tangibili—acqua, luce, alimenti—le fiammate locali come Marianao potrebbero moltiplicarsi nelle prossime settimane.