Emergenza Italia: il Paese annega nella burocrazia

- di: Andrea Colucci
 

Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora; tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' abbascio!

Facite Ammuina in napoletano significa fate confusione e, questa frase, viene attribuita ad un regolamento della marineria borbonica, ma molto probabilmente è un falso, una fake news come diciamo oggi.

In realtà, falso oppure no, noi a fare ammuina siamo bravissimi e siamo complicati come il codice borbonico ci ha insegnato. La tragedia che abbiamo davanti agli occhi questi giorni lo dimostra in maniera plastica. In un Paese ormai dalle caratteristiche semi-tropicali riusciamo ancora a farci cogliere impreparati da eventi che sono si estremi, ma molto spesso previsti e anticipati da previsioni sempre più complesse e precise. Quello che ancora una volta lascia strabiliati è la mancanza di un'azione preventiva. E come se le tragedie precedenti fossero state resettate e non fosse mai accaduto nulla. Eppure, siamo il Paese delle cento organizzazioni, dalle autorità di bacino ai consorzi fluviali, dai consorzi di bonifica passando per le conferenze di servizi, e chi più ne ha più ne metta, la lista potrebbe essere lunghissima. Credo che siamo la nazione europea con più organizzazioni di tutela in questo senso. Eppure, non basta riusciamo ancora a fare ammuina. Questa pletora di organizzazioni alcune molto utili alcune probabilmente meno riescono ad alimentare un volume tale di burocrazia fatta di procedure amministrative e di cabine di regia altre tipologie di confederazioni tra soggetti che c'è veramente da aver paura. Dovremmo essere una nazione con un apparato di tutela e prevenzione a prova di bomba, invece non si può dormire tranquilli, ma nel senso vero del termine. Qui il rischio è serio, vai a dormire una sera e ti ritrovi la mattina la casa allagata da un fiume che è esondato e se sei fortunato sopravvivi.

La devolution e la riforma del titolo quinto della costituzione hanno dato poteri in questo senso alle regioni, ma questi poteri come abbiamo visto sono male utilizzati e non riescono a garantire la sicurezza della popolazione sui territori. Non dico che bisogna riportare questi poteri a livello centrale, ma sicuramente il governo ha una responsabilità e forse un'opportunità in questo senso nell'agire con mano ferma e veloce per un alleggerimento della burocrazia che soffoca la capacità di prevenzione e di intervento che sarebbero necessari per mettere in sicurezza il Paese. Non sarà facile sicuramente. Il consumo di suolo agito in questi ultimi decenni è drammaticamente sotto gli occhi di tutti, così come le immagini che vediamo ci restituiscono un’antropizzazione estrema dei territori, con piani regolatori che hanno più buchi di un formaggio groviera, per come vengono bypassati. Non sarà facile, ma va fatto, e soprattutto va fatto con urgenza. Se l'urgenza oggi è chiara a tutti, così deve esserlo anche l'opportunità: ci sono risorse enormi rilasciate dai fondi del PNRR che possono essere ampiamente utilizzate in progetti di tutela e salvaguardia del territorio. L'importante è che le progettualità siano attribuite a soggetti competenti e snelli: vedrete che l’Europa non farà una piega nel rilasciare la terza, la quarta e tutte le tranche rimanenti delle risorse attribuite all'Italia.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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