Elezioni 2022 - Per il prossimo governo è più Domino che Risiko
- di: Diego Minuti
Nemmeno il tempo di gustare il dolcissimo calice della vittoria e Giorgia Meloni deve subito confrontarsi con la realtà, parola che sintetizza un concetto abbastanza complesso: ''ora che ho stravinto, contro gli avversari e nei confronti degli alleati, come posso amministrare al meglio la fiducia che mi hanno riservato decine di milioni di italiani?''.
Terminate le elezioni 2022, ora c'è da capire come sarà formato il prossimo governo
Già, perché il nodo ingarbugliato che Meloni dovrà risolvere ha due capi: il primo è capitalizzare al massimo la schiacciante vittoria; il secondo è fare capire che, con i numeri che Fratelli d'Italia vanta, gli alleati devono essere più moderati nelle loro richieste, nelle loro aspirazioni e nelle loro ambizioni.
La composizione del prossimo esecutivo a trazione Meloni - su cui un po' tutti i media si stanno esercitando, tracciando organigrammi ed elenchi che potrebbero essere clamorosamente smentiti - è un esercizio difficile perché usare il bilancino o essere di manica larga rischia di mettere in difficoltà un governo che ha già davanti a sé sfide durissime. Il futuro primo ministro, quindi, se vuole che il suo governo abbia vita lunga, anche se difficile, deve cercare di mettere al posto giusto non necessariamente i migliori, ma quelli più funzionali al suo progetto.
Si sa che gli essere umani portano in loro stessi una buona dose di sogni e ambizioni, e guai se non fosse così. Ma le ambizioni, quando sono politiche e finalizzate ad incarichi di peso, devono fare i conti con molti fattori. Il primo dei quali è la sicurezza che deve essere garantita al capo del governo di potere contare sui suoi ministri, di avere la certezza che di volere, tutti insieme, fare un cammino comune e condiviso, senza farsi prendere dalla voglia di strafare solo per mettersi in mostra o recuperare il terreno elettorale perduto.
Ma qualsiasi governo (anche se a guidarlo è persona di grande spessore e capacità di ''comandare'' senza necessariamente umiliare) deve marciare compatto perché, soprattutto con i numeri che la maggioranza avrà nel parlamento, qualche errore può anche essere riassorbito, ma non se diventa una consuetudine.
Mettere il nome giusto nelle caselle, quindi, è difficile anche perché, al di là di quel che pensa qualcuno (avere un ministero di peso e diventarne un dominus), la responsabilità politica è del ''capo'' e, se abbiamo capito bene come Giorgia Meloni intende interpretare il ruolo, il prossimo presidente del consiglio vuole fidarsi totalmente dei suoi colleghi di gabinetto. Cercando quindi di delineare il profilo del prossimo esecutivo, verrebbe da dire che sarà molto attento a mai innescare un effetto domino negativo tra i singoli ministri, ciascuno dei quali dovrà farsi carico di grandi responsabilità, nel rispetto del ruolo del premier.
Ai ministri prossimi venturi sarà quindi chiesto di lavorare per onorare l'incarico e non per prendersi rivincite o tornare sotto i riflettori; di restare ancorato al recinto delle proprie competenze e quindi non di abusare della visibilità - la stessa di cui ha magari goduto in passato -, convincendosi di potere fare, chiedere, reclamare tutto.
Quindi, fare parte di un sistema, come le tessere del Domino, e non avere mire più ampie di quelle legate al suo incarico, come se fosse un giocatore di Risiko, pronto a rischiare la sconfitta per conquistare la mitica Kamchatka . Cosa bellissima a dirsi, ma che deve trovare attuazione, avendo la forza di dire di no a chi si è da tempo autocandidato a questo o a quello, quasi che a decidere non sia il vincitore delle elezioni, ma quello che più abbaia alla luna.