L'editoria di varia batte la pandemia: nel 2020 crescita del 2,4%

- di: Emanuela M. Muratov
 
Nel 2020, anno in cui tutti i settori hanno subito gravi perdite per via della pandemia da Coronavirus, l'editoria di varia italiana può sorridere e addirittura vantare una crescita consistente: come specificato in un comunicato dell'Associazione Italiana Editori, nei primi mesi dello scoppio dell'emergenza sanitaria si è registrato un cospicuo aumento di vendite di cartacei (libri di narrativa, saggistica e per i più piccoli) sino a registrare in tutto l’anno appena concluso un +0.3% toccando quasi 1,43 miliardi di euro a prezzo di copertina.

Ma il vero traino arriva dal digitale perché sommando gli e-book ed audiolibri, cresciuti rispettivamente del 37 % (97 milioni di euro) e 94% (17,5 milioni), si arriva al dato più rilevate che porta a 2.4% dell’aumento delle vendite per l'intero 2020 arrivando a 1,54 miliardi di euro a prezzo di copertina.

Il presidente dell’AIE e vice presidente della Federazione degli editori europei, Ricardo Franco Levi, ha commentato in una nota questi dati: "Abbiamo raggiunto questi risultati grazie all’impegno degli editori che nei mesi più difficili hanno continuato a investire, dei librai, del Governo e del Parlamento che hanno varato un vasto piano di aiuti e scelto di considerare per la prima volta il libro bene essenziale, permettendo così di tenere aperte le librerie durante i lockdown. In questo quadro, l'Italia si è distinta per il piano di sostegno pubblico ottenuto anche grazie a una collaborazione fra l'Associazione degli editori, quella dei librai e quella dei bibliotecari, che ha portato a misure prese a modello in tutta Europa che hanno al loro nucleo lo stimolo della domanda, sia pubblica che privata".

Entrando maggiormente nei dati, si evince che questo aumento interessa maggiormente gli acquisti online, penalizzando così le librerie: i canali fisici (che hanno comunque recuperato nel secondo semestre) hanno ceduto quote di mercato a internet che dal 27% del 2019 è salito fino al 43%. A soffrire maggiormente sono le librerie di catena, quindi quelle situate in centri turistici, città d'arte, in centri commerciali, aeroporti o stazioni.

Il segno positivo per i numeri italiani, con l'esclusione del digitale, la differenzia da Francia e Germania che sono calate entrambe di circa il 2%, numero che è stato reso possibile come spiega Levi "dall'apertura delle librerie durante l'ultimo lockdown, visto che i dati erano in linea con quelli francesi e tedeschi fino a ottobre".

In sofferenza però l'editoria scolastica, dato il sopravvento della didattica a distanza, mentre quella universitaria ha paradossalmente beneficiato del calo del fenomeno dei libri "fotocopiati" che però si ripresenterà alla riapertura degli atenei.
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