(Foto: Roberto Vavassori, presidente Anfia).
Non c’è pace per l’industria: ad agosto calo della produzione del 2,4% rispetto a luglio e del 2,7% rispetto all’agosto di un anno fa. Nella media giugno–agosto si registra una diminuzione dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Il nuovo calo arriva dopo due mesi in positivo che avevano interrotto per pochi decimali una lunga serie di flessioni. Sono in negativo la chimica, l’industria del legno, l’alimentare e, più di tutti, le forniture di energia elettrica e gas. Segnale significativo: quando l’energia erogata cala, le imprese producono di meno.
Giorni liberi, il paragone con la Cina
In tutto questo un grido d’allarme arriva dal settore della componentistica auto, che vive un momento difficilissimo. «La competizione con l’Asia e in particolare con la Cina ci sta mettendo in difficoltà ma sembra che non ci stiamo rendendo conto della situazione», afferma Roberto Vavassori, presidente di Anfia (associazione dei componentisti auto). Secondo Vavassori, l’Europa non è ancora riuscita a sbloccare una politica pragmatica e condivisa sull’auto. «Alcuni segnali rendono evidente però che anche in Italia la situazione non è chiara a tutti. Abbiamo appena introdotto una festività in più (San Francesco, 4 ottobre) quando in Cina i giorni liberi sono infinitamente meno dei nostri. E questo con 247 voti a favore e solo 2 contrari. Evidentemente il Paese non ha chiara la situazione», dichiara Vavassori.
I gap da colmare
«Parlo del nostro settore — spiega Vavassori —. Tutto è aggravato dall’incertezza generale su quali saranno le disposizioni europee. Abbiamo un gap da colmare che non riguarda solo gli aspetti tecnologici. I grandi player tedeschi, da Bmw a Mercedes e Volkswagen, hanno presentato veicoli a batterie all’altezza delle migliori esperienze cinesi ma costano il 45% in più. Dobbiamo lavorare su energia, disponibilità delle terre rare, innovazione. Prendiamo la guida autonoma: si tratta di tecnologie dual use con la difesa. Sostenere l’industria dell’auto è un fattore di sicurezza nazionale».
Georgieva: troppi giorni rossi in Europa
Non è solo Vavassori a pensarla così. Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale, ha osservato che in Europa avrebbe senso ridurre festività e vacanze. «L’Europa è un posto così meraviglioso… Nel mio precedente lavoro alla Banca mondiale abbiamo scritto un rapporto sull’Europa in cui la catalogavamo come una superpotenza dello stile di vita. È bello vivere in Europa. Ricordo che, arrivando dalla Banca mondiale per diventare commissario europeo, chiesi ai miei collaboratori di pianificare gli appuntamenti: portarono il calendario ed era pieno di caselle rosse. Ho chiesto cosa fossero e mi hanno risposto “vacanze di Pasqua”, “vacanze estive”, “vacanze di Natale”. E io ho detto: dove vengo io pianifichiamo le vacanze in base al lavoro e non il lavoro in base alle vacanze», afferma Georgieva.
L’invettiva di Marchionne: «Ma in ferie da cosa?»
Una posizione sostenuta in passato da Sergio Marchionne. Il manager che ha guidato il risanamento di Fiat — in un celebre intervento nei primi anni Duemila — lanciò l’invettiva: «Ma in ferie da cosa?», lamentando che ad agosto, mentre il gruppo perdeva 5 milioni di euro al giorno, reparti e uffici erano pressoché chiusi, a differenza di quanto accadeva negli Stati Uniti e in Brasile. Una questione che oggi quasi nessuno sembra più porsi.
San Francesco diventa festa nazionale
San Francesco d’Assisi diventa festa nazionale: è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge che istituisce la ricorrenza. La nuova festività entra in vigore il 1° gennaio 2026 e sarà celebrata ogni anno il 4 ottobre, giorno dedicato al patrono d’Italia. Con questo provvedimento, Camera e Senato aggiungono un nuovo festivo al calendario italiano, modificando la legge del 1949 che disciplina le ricorrenze nazionali.
Finalità e valori della nuova festa
La legge istituisce la festa con l’obiettivo di celebrare e promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà, incarnati dalla figura di San Francesco d’Assisi. Il 4 ottobre viene inserito tra i giorni festivi riconosciuti dalla Repubblica italiana, conferendo alla ricorrenza tutti gli effetti civili tipici delle festività nazionali, compresa la chiusura degli uffici pubblici e il trattamento retributivo festivo. Francesco d’Assisi era già stato proclamato patrono d’Italia nel 1939 da Pio XII, insieme a Santa Caterina da Siena.
Coinvolgimento di scuole e istituzioni
In occasione della giornata del 4 ottobre, scuole, amministrazioni pubbliche ed enti del Terzo settore potranno favorire l’organizzazione di eventi e progetti che promuovano i principi e gli insegnamenti di San Francesco: pace, fraternità, inclusione e tutela dell’ambiente. Le istituzioni nazionali, regionali e locali sono invitate a collaborare con enti locali e associazioni culturali e religiose per iniziative culturali, sociali ed educative. Le scuole di ogni ordine e grado sono autorizzate, nell’ambito della propria autonomia, a promuovere attività didattiche dedicate alla figura e alla storia del santo.
Copertura finanziaria e disposizioni finali
Per dare attuazione alla nuova festività, la legge autorizza una spesa annua di 10.684.044 euro a decorrere dal 2027, di cui 8.793.880 euro destinati al Servizio sanitario nazionale. Gli oneri sono coperti mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190. Per le celebrazioni istituzionali e le attività scolastiche non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica: le amministrazioni competenti provvedono nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.