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Pensioni, lo stop a metà costa caro: 170mila fuori

- di: Bruno Coletta
 
Pensioni, lo stop a metà costa caro: 170mila fuori
Pensioni, lo stop a metà costa caro: 170mila fuori
Vertice a Palazzo Chigi e conti in salita: il blocco pieno dei tre mesi dal 2027 vale oltre 3 miliardi, sul tavolo resta l’opzione selettiva per gli over 64. Stretta sulla rottamazione, taglio Irpef verso il 33% sul secondo scaglione.

(Foto: un pensionando).

Il governo punta a impedire dal 1° gennaio 2027 l’aumento automatico di tre mesi dei requisiti per il pensionamento. La versione integrale dello stop è politicamente ambita ma finanziariamente onerosa. Per questo avanza la soluzione selettiva: blocco solo per chi nel 2027 avrà già compiuto 64 anni, lasciando fuori una platea stimata in circa 170mila lavoratori.

Cosa sta davvero cambiando

Il perno è la sostenibilità. Con risorse limitate, l’opzione parziale riduce il costo ma restringe la platea. Effetti collaterali: uscite rinviate per chi non raggiunge i 64 anni e maggiori vincoli al turnover nelle imprese.

I numeri che pesano sulla manovra

Il quadro di finanza pubblica impone prudenza: margini stretti e priorità selettive. Le stime indicano che il blocco totale supererebbe i 3 miliardi a regime; la soluzione selettiva scenderebbe a cifre sensibilmente inferiori, riducendo l’impatto sui conti.

La partita politica: promesse e realtà

La promessa è netta: “Fermeremo l’aumento dei tre mesi per tutti”, assicura chi sostiene la misura. Ma la coperta corta delle risorse costringe a una scelta: proteggere chi è più vicino all’uscita o estendere lo scudo a tutti, rischiando di compromettere altre priorità della manovra.

Le alternative allo studio

Tra le opzioni considerate emergono: uno scalino più basso nel 2027 (solo +1 mese) con recupero nel 2028; la finestra over 64 come soluzione ponte; l’ipotesi di pensione a 64 anni con TFR in rendita per garantire un assegno minimo adeguato.

Chi resta escluso e perché

Resterebbero penalizzati i lavoratori che nel 2027 non hanno 64 anni pur avendo carriere lunghissime. Parliamo di circa 170mila persone, spesso con ingresso precoce nel mercato del lavoro: per loro lo stop selettivo non scatterebbe.

Non solo pensioni: Irpef e rottamazione

Sulla fiscalità personale, la rotta più probabile è la riduzione dell’aliquota Irpef del secondo scaglione dal 35% al 33% per i redditi tra 28 e 50 mila euro, con valutazioni su un’estensione fino a 60 mila. Le simulazioni segnalano benefici crescenti nella fascia 30–50 mila euro annui.

Capitolo rottamazione: l’idea di spalmare i debiti in 120 rate/10 anni cede il passo a una soluzione più snella da 96 rate/8 anni, con un versamento minimo per accelerare la chiusura dei micro-debiti.

Il punto di caduta possibile

La sintesi probabile: stop selettivo nel 2027, revisione nel 2028, taglio Irpef centrato sul ceto medio e rottamazione ridimensionata. Una scelta di realismo contabile che difende i più prossimi all’uscita senza sforare i saldi.

Domande frequenti

  • Quando scatterebbe l’aumento di tre mesi? Dal 1° gennaio 2027, salvo modifiche.

  • Chi verrebbe tutelato con lo stop selettivo? Chi ha già 64 anni nel 2027.

  • Qual è la misura fiscale collegata? Il taglio dell’Irpef dal 35% al 33% sul secondo scaglione.

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