Indagine anti-dumping su La Molisana e Garofalo estesa ad altri marchi: da gennaio 2026 rischio stop al mercato americano. Roma al contrattacco: “Decisione sproporzionata da cambiare”.
Cosa sta succedendo
Gli Stati Uniti preparano un super-dazio sulla pasta italiana: i risultati preliminari dell’indagine anti-dumping fissano per due aziende un margine del 91,74%, che si sommerebbe al 15% oggi applicato alle importazioni dall’Unione europea. L’onere totale sfiorerebbe così il 107%, con possibile avvio da gennaio 2026.
Le cifre e le aziende coinvolte
La revisione ha considerato 18 imprese e selezionato due produttori per l’esame diretto. Ritenute non collaborative secondo il criterio AFA, su di esse è stato proposto il 91,74%, poi esteso come riferimento agli altri operatori non esaminati individualmente.
La reazione italiana
La diplomazia italiana è in campo con l’Ambasciata a Washington e la Commissione europea per ottenere una revisione della misura prima della sua entrata in vigore. “La qualità della pasta italiana non è dumping”, è il messaggio politico; l’obiettivo è proteggere filiere, export e lavoro.
L’impatto su prezzi e filiere
Con un dazio vicino al 107%, molte aziende rivedrebbero i piani commerciali sul mercato statunitense, con possibili aumenti di prezzo per i consumatori USA e maggiore spazio ai prodotti “Italian sounding”. In Italia, la congiuntura del grano duro debole e i costi in aumento aggraverebbero la pressione sui margini.
Il contesto tariffario USA nel 2025
Il quadro doganale statunitense prevede una tariffa “reciproca” del 15% su un ampio perimetro di merci europee: ciò eleva la base imponibile su cui agisce l’anti-dumping, amplificando l’effetto sui listini della pasta.
Cosa può accadere ora
I risultati sono preliminari. Le imprese possono presentare memorie difensive e chiedere audizioni; l’autorità USA pubblicherà gli esiti finali nei tempi di legge. Sul tavolo: riduzione delle aliquote con dati integrativi, esclusioni mirate per le aziende collaborative o conferma dei tassi.
Lo storico dal 1996
L’ordine anti-dumping sulla pasta italiana nasce nel 1996 e ha attraversato molte revisioni. L’attuale passaggio si inserisce in questa architettura normativa di lungo periodo.
Le voci del settore
“È un atto inaccettabile esteso a chi non è stato nemmeno esaminato”, afferma Luigi Scordamaglia (Filiera Italia). “Un 107% sarebbe un colpo mortale per il Made in Italy”, dichiara Ettore Prandini (Coldiretti). “È un insulto al prodotto per eccellenza: serve un segnale forte delle nostre istituzioni”, commenta Cristiano Laurenza (Pastai-UIF).