Tavolo urgente il 15 ottobre: stop ai pacchi low cost, bollino legale sulla filiera. Dopo il caso Tod’s, il governo punta a difendere la reputazione del made in Italy. Parigi fa scuola con la sovrattassa ambientale.
(Foto: articoli fashion).
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato per mercoledì 15 ottobre un tavolo con le principali sigle della filiera. L’obiettivo è blindare la legalità lungo tutta la catena e contenere la pressione dell’ultra fast fashion, che erode margini e reputazione del comparto.
Cosa c’è sul tavolo
Tra le misure spicca l’ipotesi di un ente terzo incaricato di certificare in via preventiva ambiente, lavoro e aspetti sociali dei fornitori. In parallelo si lavora a regole più dure sulla subfornitura, alla tracciabilità digitale e a un “bollino legale” nazionale, da raccordare con gli standard europei.
Il nodo dei pacchi “sotto i 150 euro”
La richiesta italiana è chiara: abolire l’esenzione dai dazi per i pacchi di valore inferiore a 150 euro, che alimentano l’ingresso di capi a basso costo via e-commerce. È una misura difensiva per consumatori, imprese e concorrenza leale.
La lezione francese
Parigi ha introdotto un divieto di pubblicità per l’ultra fast fashion e una sovrattassa ambientale legata a un eco-punteggio: si parte da 5 euro a capo con percorso di crescita e tetto al 50% del prezzo. Le entrate finanziano la transizione sostenibile della filiera.
I numeri della crisi
La manifattura moda resta tra le più esposte: dopo le flessioni del 2024, agosto 2025 segna un –2,4% su mese e –2,7% su anno per la produzione industriale. I beni di consumo soffrono più della media, mentre gli investimenti restano prudenti.
Il caso Tod’s e l’onda reputazionale
Le verifiche sugli appalti hanno riacceso i riflettori sulla vigilanza in catena. Il tema non riguarda solo la legalità, ma la credibilità internazionale del marchio Italia.
“La reputazione dei nostri brand, sinonimo di qualità e saper fare, è sotto attacco: dobbiamo garantire legalità della filiera e fermare l’ultra fast fashion”, ha affermato il ministro Adolfo Urso.
“Non si può distruggere la reputazione di un intero settore per colpire pochi fornitori infedeli: servono strumenti chiari per ispezioni efficaci e regole sulla subfornitura”, ha ribadito il fondatore di Tod’s, Diego Della Valle.
Cosa chiedono le imprese
Il sistema chiede più tracciabilità, più controlli e una certificazione unificata che premi chi rispetta le regole. La governance della subfornitura e il contrasto al caporalato sono i due architravi della riforma attesa.
Perché ora
L’inasprimento dei dazi statunitensi sui prodotti cinesi rischia di deviare flussi commerciali sull’Europa. Chiudere la falla dei mini-pacchi e alzare gli standard della filiera diventa una necessità competitiva, non solo un tema etico.