Orsini e Garamendi spingono su investimenti, coesione e difesa comune.
(Foto: il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini).
Il fronte industriale di Italia e Spagna alza il volume e chiede all’Unione europea di passare dalle intenzioni alle decisioni operative. In una dichiarazione congiunta, i presidenti Emanuele Orsini e Antonio Garamendi sollecitano misure rapide e misurabili per sostenere la competitività delle imprese, ridurre i costi, accelerare gli investimenti e completare davvero il mercato unico.
“Oggi manca un senso condiviso di urgenza, dalle capitali fino a Bruxelles. Eppure, solo agendo in fretta possiamo garantire la prosperità dell’Europa, fondata sulla forza del suo settore privato”, ha affermato Emanuele Orsini. Sulla stessa linea Antonio Garamendi, che ha rimarcato il valore del dialogo bilaterale come leva per spingere un’agenda comune su competitività, sicurezza e integrazione industriale: “Condividiamo l’impegno a promuovere il mercato unico come asse della prosperità e a rafforzare difesa, sicurezza e il prossimo bilancio europeo”.
Un asse mediterraneo che chiede fatti
Il messaggio è netto: servono una politica industriale europea con priorità chiare e strumenti adeguati — anche tramite debito comune — e un pacchetto di riforme che rimuova i “dazi interni” che ancora frammentano il mercato. L’obiettivo è moltiplicare gli investimenti privati, sostenere i grandi progetti strategici e far correre le filiere europee ad alta tecnologia.
Energia e neutralità tecnologica
Le imprese chiedono energia a costi competitivi, stabili e prevedibili e neutralità tecnologica nelle scelte di transizione. La priorità è non zavorrare i settori energivori e, al contrario, facilitare l’adozione di soluzioni efficienti lungo tutta la catena del valore, dalla produzione alla logistica.
Mercato unico e investimenti
Completare il mercato unico significa abbattere barriere regolatorie e standard ridondanti. Gli industriali propongono strumenti finanziari europei più agili — crediti d’imposta, corsie rapide sugli aiuti di Stato, fondi mirati — per accelerare innovazione, ricerca e sviluppo di tecnologie critiche.
Coesione e territori
Nel nuovo quadro finanziario pluriennale, il fondo europeo per la competitività dovrebbe avere una destinazione esplicita verso le imprese, mantenendo al tempo stesso la politica di coesione come bussola per ridurre i divari regionali. Rafforzare l’asse mediterraneo è indicato come fattore chiave per l’intero sistema produttivo continentale.
Commercio e accordi internazionali
Tra le priorità figura la rapida ratifica degli accordi con Mercosur e Messico, la piena attuazione di quello con l’Indonesia e la conclusione dei negoziati con Australia e India. L’Europa deve assicurarsi accessi simmetrici ai mercati e tutele efficaci per le proprie filiere strategiche.
Difesa, infrastrutture e resilienza
Il capitolo sicurezza è ormai parte dell’agenda industriale: investimenti nell’industria della difesa europea, nell’ammodernamento delle infrastrutture critiche e nella riduzione delle dipendenze tecnologiche esterne. Resilienza e adattamento climatico vengono considerati elementi della autonomia strategica del continente.
Il costo dell’inerzia
Il rischio, in assenza di misure concrete e rapide, è un’Europa meno centrale nelle catene del valore, con investimenti che migrano altrove e una transizione che perde slancio. “L’Europa deve reagire subito: non c’è più tempo da perdere”, ha avvertito Emanuele Orsini.