Con una scrittura vivace e brillante, ecco un approfondimento rigoroso sull’inquieto presente dei consumi in Italia: il “deconsumismo” prende forma, non come moda ma come nuovo paradigma reale, secondo l’anteprima digitale del Rapporto Coop 2025 presentata a Milano.
Una società che passa dal desiderio al necessario
Il risparmio è diventato la spinta primaria: per una larga quota di italiani è il criterio che orienta le scelte quotidiane, con un’attenzione spiccata a promozioni e marca del distributore. La crescita dei consumi è sottile e la quota di spese obbligate (casa, bollette, trasporti, alimentari) assorbe più della metà del bilancio familiare. La società dei consumi sfuma: sale di valore l’esperienza rispetto al possesso, il riuso e la riparazione rispetto al nuovo.
Tecnologia, ma solo se utile
La spesa in tecnologia resiste, ma cambia la bussola: si compra per utilità, non per gratificazione istantanea. Anche il ritmo degli upgrade rallenta: gli acquisti di smartphone risultano in calo rispetto ai picchi recenti, segnale di un consumatore più razionale che valuta durata e funzionalità prima del design.
Il cibo torna al centro della casa
Nel primo semestre 2025 i carrelli tornano a riempirsi: la Grande Distribuzione cresce sia a valore sia a volume, spinta soprattutto da frutta, verdura e, in generale, dai freschi. A casa si cucina di più e si sceglie con cura: aumentano sostituti vegetali delle proteine animali, uova e legumi. Si registra persino un boom per le bilance (personali e da cucina): ogni grammo conta per chi tiene sotto controllo il peso.
La salute nel piatto e nelle scelte
Il cibo assume un nuovo senso: è alleato della salute e promessa di longevità. Crescono le preferenze per prodotti poco processati, con meno zuccheri e additivi, il biologico e le proteine vegetali. Tra i giovani avanza la tendenza no-alcohol. L’attenzione alla gestione del peso plasma gusti e abitudini, ridisegnando la spesa settimanale.
La GDO batte i discount, senza rinunciare al risparmio
I discount crescono ma, nel semestre, sono i supermercati a segnare l’allungo, complice un’offerta più variegata e un mix di promozioni e private label che tiene insieme qualità e convenienza. La marca del distributore si conferma “grimaldello” capace di proteggere il potere d’acquisto senza sacrificare standard e fiducia.
Un Paese tra ansia globale e nuova sobrietà
Il quadro si inserisce nell’“età del caos”: tensioni geopolitiche, globalizzazione fratturata, nuove tecnologie che avanzano più in fretta delle regole. In Italia la crescita del Pil resta moderata, mentre produttività e fiducia arrancano. Le disuguaglianze pesano: si concentra la ricchezza e si allargano le preoccupazioni. Ne nasce una sobrietà che non è rinuncia, ma selezione: meno superfluo, più essenziale.
La risposta di Coop
Il sistema cooperativo prova a intercettare queste esigenze con politiche di qualità accessibile. Come ha ricordato la presidente di Coop Italia, Maura Latini, “il cibo è Bene e non semplice merce”, puntando a coniugare sicurezza, valori nutrizionali e prezzi corretti. La strategia punta su promozioni mirate e su una private label capace di offrire alternative credibili ai brand storici.
L’Italia del 2025 naviga tra incertezze e pressioni sul bilancio familiare. Da questa tempesta esce un consumatore nuovo: meno consumo, più selezione. Il deconsumismo non è un vezzo: è un adattamento razionale che premia sostenibilità, utilità e salute.