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Cina, export e import sorprendono: surplus in frenata

- di: Jole Rosati
 
Cina, export e import sorprendono: surplus in frenata
Cina, export e import sorprendono: surplus in frenata
Settembre ribalta le attese: vendite all’estero a +8,3% e acquisti a +7,4%. Il saldo scende a 90,45 miliardi di dollari mentre si alza il tono dello scontro commerciale con Washington. Il Dragone sfrutta il rimbalzo della manifattura globale, ma il 2025 resta un campo minato.

La Cina archivia settembre con esportazioni in crescita dell’8,3% su base annua e importazioni a +7,4%, molto sopra le proiezioni della vigilia. Il surplus si riduce a 90,45 miliardi di dollari (da 102,33 di agosto), segnalando una domanda interna meno asfittica e scambi più equilibrati. Dati che sorprendono i mercati e rimettono al centro la domanda chiave: l’economia cinese sta davvero perdendo colpi o sta riconfigurando la propria geografia commerciale?

Il motore dietro al balzo

Gli analisti collegano l’accelerazione a un mix di fattori: ripartenza del ciclo manifatturiero globale, normalizzazione delle catene logistiche e anticipo di spedizioni prima della Golden Week di inizio ottobre. Sul lato input spicca l’import record di minerale di ferro, con la siderurgia che riaccende i forni e alimenta aspettative meno depressive sulla domanda industriale.

La partita con Washington

Il quadro si muove mentre lo scontro commerciale con gli Stati Uniti rialza la temperatura. Tra minacce di dazi fino al 100% e controlli cinesi sulle terre rare, Pechino e Washington misurano muscoli e margini di negoziato. Il rimbalzo dell’export offre a Pechino una leva tattica in vista dei prossimi tavoli, ma aumenta l’incertezza per le catene globali del valore.

Dove si spostano i flussi

Il consolidamento non è uniforme. Crescono le vendite verso Asia e Africa e restano tese quelle verso gli Stati Uniti, dove pesa la minaccia tariffaria. L’import reagisce su energia, materie prime e componentistica, con segnali di riaccensione della domanda intermedia. Nel complesso, il valore degli scambi in yuan di settembre avanza intorno all’8% su base annua.

Mercati, valute, materie prime

Per i mercati, i numeri di settembre smorzano la narrativa recessiva e, al tempo stesso, ridimensionano il mega-surplus: meno dipendenza dalla domanda estera e più respiro all’assorbimento interno. Sulle valute, un commercio più bilanciato riduce la pressione su uno yuan debole; sulle materie prime, i massimi del minerale di ferro confermano la trazione della filiera acciaio e l’effetto domino su noli e prezzi industriali.

Rischi e prossime mosse

Tre i rischi da monitorare: escalation tariffaria con contro-misure su input critici; domanda globale irregolare; ristrutturazione delle catene per effetto del de-risking. In questo scenario, a Pechino converrà difendere l’export ad alto valore aggiunto (auto, macchinari, green tech) e rafforzare l’import di tecnologie e materie prime strategiche.

Voci dal mercato

“La domanda estera si sta rianimando, ma la geopolitica può cambiare il quadro in poche settimane”, osserva un analista del commercio internazionale, invitando a leggere l’allungo di settembre anche come possibile anticipo di ordini in vista di ottobre. 

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