Agroalimentare in testa tra i motori industriali italiani: valore 707 miliardi, export oltre 70 miliardi e tre cantieri urgenti su energia, mercati e investimenti per centrare il traguardo dei 100 miliardi.
Il cibo è la prima ricchezza nazionale. La filiera allargata—dal campo agli scaffali—vale 707 miliardi di euro e impegna circa 4 milioni di addetti. Numeri industriali che impongono scelte rapide su energia, mercati e finanza per le imprese.
Export e mercati: quota 70 miliardi non è un soffitto
Il motore estero ha superato la soglia dei 70 miliardi. La domanda internazionale di alimentari e bevande italiane resta solida; l’obiettivo dei 100 miliardi entro il 2030 è raggiungibile se si difendono margini, qualità e reputazione.
Energia e costi: la filiera chiede lo status di energivoro
Prima criticità: energia. La richiesta è netta: “L’agricoltura va inserita tra i settori energivori”, per alleggerire le bollette e contenere i prezzi al consumo lungo tutta la catena del valore, dalla serra alla trasformazione fino alla logistica del freddo.
La linea del governo: redditi e investimenti al centro
La rotta annunciata punta a rafforzare il potere d’acquisto con taglio del cuneo e dell’Irpef, rinnovo dei contratti e sostegno agli investimenti agricoli anche tramite riprogrammazione del Pnrr. Previsto un fondo per valorizzare i terreni agricoli pubblici. “Vogliamo favorire una crescita dei redditi che alimenti fiducia e consumi”, ha affermato il ministro dell’Economia.
Geopolitica e dazi: il rischio economia di guerra
Dazi, conflitti e shock logistici restano minacce concrete. L’appello del fronte produttivo è chiaro: “L’economia reale non può essere sacrificata ai conflitti”. Servono regole eque, tutela dell’origine e difesa della marca-Paese.
Qualità e biodiversità: il vantaggio competitivo
L’Italia guida l’Europa per Dop/Igp/Stg, vanta un vigneto con centinaia di denominazioni e migliaia di prodotti tradizionali. Tracciabilità, biodiversità e biologico sostengono il premium price sui mercati maturi.
Tre cantieri immediati
1) Energia e transizione: estendere misure per energivori alla filiera food, sbloccare autoproduzione rinnovabile e comunità energetiche rurali.
2) Diplomazia commerciale: presidiare i dossier dazi, etichettatura d’origine e dumping, con focus sui mercati strategici.
3) Capitale e terra: attivare il fondo per i terreni agricoli pubblici e strumenti di finanza paziente per ricambio generazionale, meccanizzazione di precisione e logistica del freddo.