Operazione da 400 milioni: derisking, ricapitalizzazione e tutela dei depositanti. Un’intesa vincolante che segna il crinale tra crisi e rilancio.
Un’operazione cruciale per il sistema bancario
Sottoscritto un term sheet vincolante tra il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e cinque grandi banche italiane — Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM, BPER, Intesa Sanpaolo e UniCredit — per il risanamento di Banca Progetto, in amministrazione straordinaria. L’obiettivo è tutelare i depositanti e riportare l’istituto a una gestione ordinaria.
L’operazione, nell’ordine dei 400 milioni di euro, combina interventi su qualità degli attivi, capitale e governance, con un percorso scandito da due diligence, accordi definitivi e autorizzazioni delle autorità competenti.
I termini chiave: cosa prevede l’accordo
La struttura dell’operazione si fonda su tre pilastri:
- Derisking degli attivi: alleggerimento del bilancio delle esposizioni più rischiose e gestione selettiva dei portafogli.
- Ricapitalizzazione da parte del Fondo Interbancario, per rafforzare la dotazione patrimoniale e sostenere il piano di rilancio.
- Ingresso delle cinque banche nel capitale a valle della ricapitalizzazione, con il Fondo che manterrà una partecipazione non superiore al 9,9%.
L’efficacia dell’intesa resta subordinata al completamento della due diligence, alla definizione dei contratti finali, ai via libera regolamentari e alle delibere societarie necessarie.
Perché questo intervento era diventato necessario
Banca Progetto ha vissuto mesi complessi per criticità gestionali e profilo di rischio, in un contesto di forte crescita della raccolta e di esposizioni da monitorare. La tutela dei depositanti e la salvaguardia della fiducia nel sistema hanno reso urgente un’azione coordinata.
In questa cornice, il rientro in parametri sostenibili passa per la pulizia del bilancio, il rafforzamento patrimoniale e la stabilizzazione della governance, così da evitare che tensioni circoscritte potessero allargarsi al mercato.
Impatti attesi e nodi critici ancora aperti
Le attese positive riguardano la protezione dei risparmiatori, il contenimento del rischio sistemico e una maggiore chiarezza operativa sul perimetro e sui tempi del rilancio.
Restano tuttavia punti di attenzione non trascurabili: la qualità degli attivi da deriskare, la possibile emersione di perdite latenti, la tempistica delle autorizzazioni e la capacità delle cinque banche di assorbire e gestire la partecipazione in modo efficiente.
Le dichiarazioni più significative
“Abbiamo particolarmente apprezzato lo sforzo che ha portato alla proposta e confidiamo che la collaborazione tra tutte le parti consenta una rapida conclusione dei lavori e il ritorno di Banca Progetto alla gestione ordinaria.” — Commissari straordinari Lodovico Mazzolin e Livia Casale.
“L’intervento è di natura preventiva, in coerenza con lo Statuto, per evitare esiti più dannosi e salvaguardare i depositanti.” — Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Conclusione: rischio, responsabilità e opportunità
L’operazione su Banca Progetto è un banco di prova per il meccanismo di auto-tutela del settore: un’azione che coniuga responsabilità e prudenza, nella consapevolezza che il successo dipenderà dalla trasparenza dei numeri, dalla disciplina esecutiva e dalla tempestività degli step autorizzativi.
Se il percorso terrà fede alla tabella di marcia, l’istituto potrà voltare pagina senza sacrificare i risparmiatori. In caso contrario, il rischio è ritrovarsi con un costo più alto da sostenere, in termini patrimoniali e reputazionali. La scommessa è aperta: prudenza oggi per stabilità domani.