Un protocollo tra Anci e Federcasse promette più servizi bancari nelle aree interne e nei piccoli centri; nel frattempo l’Abi registra tassi sui nuovi mutui quasi fermi a settembre. I sindaci chiedono continuità degli sportelli, il credito cooperativo rilancia su pagamenti PA, educazione finanziaria e reti locali.
(Foto: Augusto Dell'Erba, presidente Federcasse).
Che cosa cambia con l’intesa
L’Associazione nazionale dei Comuni italiani e Federcasse hanno firmato a Napoli un protocollo che porta il credito cooperativo dentro le priorità operative dei municipi. L’accordo punta a rafforzare i servizi bancari di prossimità, con un focus su pagamenti della PA, convenzioni Pos, strumenti digitali e assistenza ai consorzi di Comuni. Obiettivo dichiarato: evitare nuovi “deserti bancari” in aree interne e piccoli centri.
Gli ambiti operativi sono quattro: semplificazione dell’accesso ai finanziamenti, miglioramento dei pagamenti verso la PA, educazione finanziaria con i Comuni, alleanze operative con reti territoriali.
Le parole dei protagonisti
Il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, sottolinea una svolta di metodo: “Valorizzeremo e potenzieremo la capacità di servizio delle Bcc a favore delle amministrazioni comunali, dai capoluoghi alle periferie del Paese”. Per il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, la priorità è la tenuta dei servizi essenziali: “È responsabilità degli amministratori assicurare una presenza bancaria stabile dove il mercato tende a ritirarsi: le Bcc sono un presidio insostituibile”.
Perché è una notizia che conta
Negli ultimi anni la mappa bancaria italiana si è ridisegnata tra accorpamenti e digitalizzazione. Proprio mentre crescono i servizi online, chi vive lontano dai centri urbani ha bisogno di consulenza fisica, contante e pagamenti PA. Qui il credito cooperativo — proprietà diffusa, governance locale, vincolo di territorio — ha mantenuto presidi che altrove si sono assottigliati.
Con il protocollo, i sindaci diventano interlocutori strutturali delle Bcc su pagamenti elettronici nei municipi, casse territoriali per progetti condivisi, alfabetizzazione finanziaria e piani anti-deserto con sportelli mobili e soluzioni condivise.
Mutui, il quadro dei tassi
A settembre i tassi sui nuovi mutui risultano quasi fermi al 3,25% (media tra fissi e variabili). Per le imprese il tasso medio scende verso il 3,33%. I conti correnti restano su livelli minimi (circa 0,27%), mentre l’erogazione di prestiti a famiglie e imprese mostra un recupero su base annua.
Effetti attesi sui territori
Se l’accordo verrà tradotto in progetti misurabili, i benefici potenziali sono concreti: meno contante e meno code grazie a pagamenti digitali più rapidi; nuovi canali di credito per opere minute e servizi locali; maggiore capacità di intercettare fondi con banche radicate; inclusione finanziaria tramite formazione dedicata; presidi mobili o condivisi dove uno sportello fisso non è sostenibile.
I nodi da sciogliere
Tre le priorità: misurare gli impatti con indicatori pubblici; coordinare standard con i grandi gruppi per PagoPA e open banking; garantire la sostenibilità economica della prossimità con modelli di filiale leggera e consulenza su prenotazione.
Il contesto europeo
La bancarizzazione dei piccoli centri è questione di coesione. L’Italia, grazie alla rete Bcc, può fare scuola se affianca prossimità e innovazione: sportelli ibridi, servizi digitali assistiti, personale formato.
Prossime mosse attese
- Programmi territoriali per integrare tributi, mensa, trasporti e SUAP nei pagamenti digitali.
- Sportelli pilota in aree interne per pagamenti assistiti e consulenza digitale.
- Workshop con amministratori e Bcc per standardizzare processi e moduli.
- Report pubblici trimestrali sugli avanzamenti.