Draghi: "Bisogna dare di più ai giovani, il loro futuro è a rischio"

 
È stato Mario Draghi ad aprire il meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini 2020, in un'edizione naturalmente segnata dalle misure contro il Covid-19 e che non riempirà come ogni anno i padiglioni della classica fiera nella città romagnola.

L'ex presidente della Banca Centrale Europea ha partecipato all'evento organizzato da Comunione e Liberazione da ormai 40 anni parlando della situazione economica che si è venuta a creare per via della crisi sanitaria. "La fiducia e la ripresa economica si stavano consolidando ma siamo stati colpiti dalla pandemia che minaccia non solo l'economia ma anche la società stessa. Paralizza consumi e investimenti dando incertezza ai cittadini e penalizzando l'occupazione. In questa crisi, i sussidi sono sicuramente una forma di vicinanza a chi è più colpito ma ai giovani bisogna dare di più perché questi aiuti prima o poi finiranno e ciò che resterò sarà la mancanza di una qualificazione, che metterà a rischio la loro libertà e il loro futuro".

"Il debito causato dall'emergenza" - continua Draghi - "non ha precedenti e sarà pagato dalle nuove generazioni, quindi dobbiamo dargli gli strumenti per farlo vivendo in una società migliore. Alcuni governi hanno puntato su obiettivi per avere un ritorno politico ma non è più accettabile privare i giovani del loro futuro, è una forma di diseguaglianza. E un settore dove bisogna agire immediatamente è quello dell'istruzione, serve un utilizzo massiccio di risorse perché i giovani avranno bisogno di capacità di giudizio e adattamento".

In ultimo un commento sull'operato dell'Unione Europea in questa crisi: "Le nostre libertà sono state sacrificate per questa crisi, con un aumento drammatico dei disoccupati che sarà difficile assorbire velocemente. Il ritorno alla crescita rispettosa dell'ambiente e che rispetti le persone è un imperativo: le politiche economiche perseguite ora devono essere sostenibili per dare sostegno ai più poveri e da questa crisi l'Europa può uscire più forte. L'azione dei paesi dovrà poggiarsi su un piano reso solido grazie alla politica monetaria. L'Unione forte che tutti vogliamo dà legittimità alla solidarietà. Quindi ci sarà bisogno di politiche economiche nazionali e continentali credibili".
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