Secondo il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le imprese prevedono l’attivazione di circa 350mila contratti a dicembre, che diventano 1,3 milioni considerando il trimestre dicembre 2025–febbraio 2026. Rispetto allo scorso anno la domanda cala del 5,9% nel mese e del 6,2% sul trimestre. Nonostante la frenata, il 46% dei profili richiesti risulta difficile da reperire, segnalando un disallineamento strutturale tra competenze disponibili e fabbisogni produttivi.
A dicembre attesi 350mila contratti: cala domanda ma mismatch elevato
Il settore industriale programma 79mila assunzioni, in diminuzione del 9,5%. Il manifatturiero registra una contrazione più marcata, pari al 17,3%, con criticità diffuse soprattutto nelle filiere metalmeccaniche e metallurgiche. In controtendenza il comparto delle costruzioni, che mantiene un fabbisogno dinamico con una crescita del 5,7% nel mese e del 5,4% nel trimestre, anche grazie alla prosecuzione dei cantieri avviati negli ultimi anni.
Servizi più deboli, turismo in controtendenza
Il terziario prevede 256mila entrate a dicembre, in calo del 4,8%. Il turismo rappresenta l’eccezione positiva con un aumento del 5,4%, mentre commercio e servizi alla persona mostrano segnali di indebolimento. Anche il settore primario arretra, con una riduzione del 4,4% della domanda e cali più marcati nelle coltivazioni, a cui si affianca una maggiore vitalità nelle attività di allevamento.
Prevalgono i contratti a termine
Il tempo determinato resta la forma contrattuale dominante e rappresenta il 59% delle attivazioni previste. Cresce inoltre l’incidenza dei lavoratori immigrati, che coprono il 22,7% delle nuove entrate, soprattutto nei settori dove l’offerta interna risulta insufficiente.
Mismatch diffuso e squilibri territoriali
Le difficoltà di reperimento riguardano in particolare i profili tecnici e gli operai specializzati, con percentuali elevatissime nelle costruzioni e nella manifattura avanzata. Tra le professioni intellettuali risultano quasi introvabili gli specialisti nelle scienze della vita e diverse figure tecnico-scientifiche. Il Nord-Est presenta il tasso più elevato di mismatch, con oltre metà dei profili difficili da trovare, seguito da Nord-Ovest, Centro e Sud.
Il mercato del lavoro si presenta così in una fase di raffreddamento della domanda, ma ancora segnato da squilibri strutturali che frenano la capacità delle imprese di coprire figure chiave per la produttività e l’innovazione.