Fisco, il presidente Ungdcec Matteo De Lise: "C'è il rischio paralisi per via degli atti bloccati"

- di: Daniele Minuti
 
Una delle problematiche che ciclicamente si presenta al Governo sin dall'inizio dello scoppio della pandemia è stato quello della gestione del fisco ma ora un allarme arriva direttamente dall'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, tramite le parole di Matteo De Lise.

Il presidente dell'Ungdcec (nella foto) ha parlato delle conseguenze che le misure introdotte nell'ultimo Decreto, che si aggiungono a quelle dei precedenti, potrebbero avere sull'intero sistema: "Il Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 gennaio ha introdotto una nuova previsione ponte per ritardare l'invio degli atti di accertamento oltre che la contestazione delle sanzioni. In pratica è come se la pandemia avesse congelato gli uffici dell'Agenzia delle Entrate e la possibilità di inviare atti che sono già pronti: così facendo però è stata prorogata fino al 31 dicembre del 2022 la possibilità di ricevere atti di amministrazione finanziaria che sono stati emessi ben due anni prima. Questo si traduce o nella vicinanza a un nuovo rinvio o in una rottamazione quater, è difficile capirlo".

De Lise quindi spiega il pericolo più concreto, cioè quello di un vero e proprio blocco totale: "Al momento c'è in corso una grave crisi politica ma non vanno dimenticate le esigenze del territorio: i dati ci mostrano che quando sarà possibile inviare gli atti già pronti (che sono decine di migliaia), c'è il rischio paralisi per i contribuenti prima di tutto, per i professionisti e inevitabilmente anche per lo Stato con file alle Commissioni Tributarie e agli sportelli dell'Agenzia delle Entrate". Per questo speriamo che in queste settimane gli atti bloccati ripartano dando una tempistica di risposta o pagamento differente".

In ultimo, la probabile richiesta della categoria all'esecutivo: "Al prossimo Governo chiederemo di pagare cartelle esattoriali e atti di accertamento, presentare ricorso e istanze di autotutela con un termine aggiuntivo di 180 giorni rispetto ai termini ordinari che decorrerebbero dalla notifica dell'atto. Abbiamo già presentato degli emendamenti per sbloccare la situazione di stallo e che diano tempo a tutte le parti in causa. Potremmo addirittura ancorare la scadenza alla revoca dello stato di emergenza, ma l'unica certezza che abbiamo è che non si debbano legare scadenze a codici attività Ateco o al colore delle Regioni".
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