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Ddl Semplificazioni, la maggioranza spinge l’acceleratore. E l’opposizione vede un rischio sistemico

- di: Anna Montanari
 
Ddl Semplificazioni, la maggioranza spinge l’acceleratore. E l’opposizione vede un rischio sistemico
Il ddl Semplificazioni diventa legge con un voto che non lascia margini di ambiguità: 124 sì, 73 no, 6 astenuti. La seduta scorre con la linearità delle giornate in cui la maggioranza vuole mostrare di avere un’agenda e un ritmo. Settantatre articoli distribuiti tra amministrazione, sanità, scuola, agricoltura, turismo. Un provvedimento che non cambia un settore, ma un modo di procedere: tagliare passaggi, trasformare procedure, ridurre frizioni. È questo il punto politico che la maggioranza rivendica. E anche il punto che l’opposizione attacca.

Ddl Semplificazioni, la maggioranza spinge l’acceleratore

Il dispositivo più contestato è quello sul silenzio-assenso per i permessi di costruire in aree vincolate. Per Nicola Fratoianni è «un condono anticipato su aree a rischio», un atto «criminogeno». Parole dure che segnalano un punto sensibile: quando si interviene su vincoli ambientali o paesaggistici si tocca il cuore dei controlli. La maggioranza risponde con il voto, senza enfasi, lasciando intendere che la sua idea di semplificazione passa anche da una riduzione degli spazi in cui la burocrazia può bloccare un intervento già autorizzato. È il tipo di nodo in cui si vede la distanza fra due culture amministrative.

Droni agricoli, innovazione o deroga?

La polemica si estende all’articolo 9, che apre alla sperimentazione di irrorazioni agricole tramite droni. Un tema che in altre stagioni sarebbe rimasto confinato in qualche commissione tecnica. Oggi diventa un simbolo: chi teme un indebolimento delle garanzie ambientali e chi vede nell’uso delle nuove tecnologie una risposta alla necessità di uscire dalla trappola dei divieti rituali. È la fotografia di un Parlamento dove la parola “deroga” può generare allarme più del contenuto effettivo della norma.

Il governo insiste sulla sua traiettoria

Paolo Zangrillo parla di «obiettivo importante», ricorda che «circa 400 procedure» sono già state semplificate. È il racconto di una direzione politica che il governo ripete da mesi: rendere la macchina pubblica meno pesante, ridurre gli intoppi che rallentano cittadini e imprese. Il ministro non cerca il conflitto. Semplicemente mostra l’elenco dei risultati e lo usa come prova che la rotta stabilita non cambierà.

Farmacie, scuola, turismo: la semplificazione quotidiana

Nel decreto c’è anche un’altra narrazione, meno politica e più concreta. Le farmacie potranno vaccinare gli over 12, i cittadini sceglieranno medico e pediatra con un iter più lineare, la scuola avrà una piattaforma unica per iscrizioni e documenti, il turismo potrà contare su procedure più rapide per il personale marittimo durante i picchi stagionali. Sono misure che riguardano la vita di tutti i giorni e che il governo usa per marcare una differenza: semplificare non è un concetto astratto ma un risultato misurabile.

Dehors, Aci, professioni tecniche: la micro-ingegneria del decreto

La proroga dei dehors fino al 31 dicembre 2026 prolunga un dispositivo nato con il Covid e diventato parte stabile del paesaggio urbano. Nel testo ci sono norme su parcheggi degli alberghi, guide alpine, nulla osta al lavoro per stranieri, trasporto di animali e francobolli. È la micro-ingegneria legislativa che accompagna i decreti omnibus. Il riordino dell’Aci viene criticato dal M5s, che parla di poteri troppo concentrati nel nuovo presidente. Anche qui si intravede il contrasto tra un modello più verticale e uno più diffuso di governance.

I notai e la partita sulla certezza del diritto

L’unica approvazione piena arriva da una categoria tecnica: i notai. Apprezzano le norme sulle donazioni e la sicurezza nella circolazione degli immobili provenienti da donazione. Nessuna sovrastruttura politica. Semplicemente una valutazione di stabilità giuridica, che in Italia non è mai un dettaglio.

L’immagine finale

Il ddl Semplificazioni arriva al traguardo tra tensioni, rivendicazioni e letture contrapposte. Per la maggioranza è la prova che la riforma della macchina pubblica prosegue. Per le opposizioni è un segnale di arretramento nei controlli ambientali e nella tutela dei vincoli. È una legge che non chiude un dibattito, lo apre. Ed è proprio in questo che si riconosce la stagione politica attuale: una battaglia continua sul territorio di mezzo tra velocità e garanzie.
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