Danone perde il 25% del valore e annuncia migliaia di licenziamenti

- di: Emanuela M. Muratov
 
La crisi determinata dalla pandemia sta colpendo con particolare durezza anche il settore agroalimentare ed è di questa mattina la notizia dei conti in profondo rosso di uno dei giganti mondiali del comparto, la francese Danone, che ha annunciato di dover correre ai ripari dopo che il valore delle sue azioni è stato eroso del 25 % nel 2020.

E, come sempre accade, la strada del risanamento passa per colpi di scure ai dipendenti. Danone, infatti, prevede di tagliare da 1.500 a 2.000 posti di lavoro, di cui quasi 400 in Francia. L'annuncio è stato dato in occasione della presentazione di un piano di risparmio per un miliardo di euro, che ha l'obiettivo di riconquistare la fiducia degli azionisti.
A determinare la forte contrazione delle vendite è stata soprattutto la chiusura di ristoranti e le misure di “confinamento” (decise per limitare i contagi), che hanno fatto precipitare la vendita di acqua in bottiglia, soprattutto di piccoli formati, i più redditizi.

L'annuncio fatto dal ceo di Danone, Emmanuel Faber, secondo quanto scrive oggi la stampa di settore francese, è caduto come una mannaia. Faber ha ribadito l'obiettivo di una crescita delle vendite dal 3 al 5% nel medio termine, ma ha rafforzato le sue ambizioni in termini di margine operativo, citando un obiettivo tra il 15 e il 20%. Un primo livello è stato fissato per il 2022, al 15%. Nel 2020 la redditività è prevista al 14%, contro una stima iniziale al 16%.

Il gruppo (proprietario dei marchi Evian, Vittel, Activia e Blédina) è quindi costretto a dividere i suoi programmi, avviando un piano di risparmio che, entro il 2023, si dovrebbe concretizzare in minori costi per un miliardo di euro, che segue quello, di analogo importo, lanciato nel 2017 e che si è appena concluso.

La maggior parte del risparmio, circa 700 milioni di euro, dovrebbe arrivare dal contenimento dei costi generali e amministrativi.
Uno dei punti della ristrutturazione prevista da Faber passa dall'attuale organizzazione globale per categorie (prodotti lattiero-caseari freschi e origine vegetale, acqua, alimentazione infantile e nutrizione medica) a una articolata per Paese.

La questione dell'occupazione (Danone impiega centomila dipendenti) è molto delicata su un gruppo che ha costruito la propria immagine sul duplice progetto economico e sociale teorizzato dal suo fondatore, Antoine Riboud.
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