Dagli eletti europei agli attivisti partiti da Otranto e Barcellona: profili, testimonianze e cosa rischiano dopo i fermi in mare aperto.
Israele ha intercettato e preso in custodia delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla a circa 70-75 miglia da Gaza. Oltre 40 barche e centinaia di persone sono state fermate e avviate alle procedure di espulsione o trasferite in strutture detentive. Una nave avrebbe toccato le acque territoriali di Gaza prima di essere bloccata.
I volti internazionali più noti
Greta Thunberg (Svezia) — Attivista climatica. Figura simbolo della spedizione, è stata fermata in acque internazionali e trasferita in Israele per l’espulsione. In un episodio di giugno (nave Madleen) era già stata bloccata e rimpatriata.
Rima Hassan (Francia, eurodeputata) — Tra i volti politici della missione, con precedenti fermi a giugno; in autunno risulta nuovamente tra i partecipanti, con procedura di espulsione avviata.
Delegazione catalana (Spagna) — Tra i fermati figurano l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, Pilar Castillejos e Ariadna Masmitjà. Status: trattenuti nelle ore successive al fermo, in attesa di espulsione.
Delegazione irlandese (Irlanda) — Tra i nomi indicati: il senatore Chris Andrews, il comico Tadhg Hickey e la scrittrice Naoise Dolan. Status: fermati e avviati all’espulsione, con richiesta di tutela consolare.
Gli italiani: nomi, barca per barca
Dalle partenze di Otranto, Genova e Catania, la componente italiana è stata numerosa. Ecco i nomi che risultano fermati a bordo delle rispettive imbarcazioni:
All Inn — Pietro Queirolo Palmas, Antonio La Piccirella, Simone Zambrin.
Aurora — Federico Frasca, Gonzalo Di Pretoro, Irene Soldati, Marco Orefice, Sara Masi.
Hio — Lorenzo D’Agostino.
Jeannot III — Andrea Sebastiano Tribulato.
Karma — Annalisa Corrado (eurodeputata Pd), Arturo Scotto (Pd), Margherita Cioppi, Michele Saponara, Paolo Romano, Saverio Tommasi, Romano Notarianni.
Morgana — Barbara Schiavulli, Benedetta Scuderi (europarlamentare Europa Verde), Carlo Alberto Biasoli, Jose Nivoi.
Otaria — Adriano Veneziani, Alessandro Mantovani, Cesare Tofani, Dario Crippa, Giorgio Patti, Manuel Pietrangeli.
Le cariche elettive europee e gli osservatori
Tra i partecipanti figurano parlamentari europei e personalità pubbliche di diversi Paesi (Francia, Irlanda, Polonia, Lussemburgo, Svezia). Le delegazioni hanno alternato ruoli politici, giuridici e civili, con la presenza di avvocati, giornalisti e operatori umanitari.
Cosa contestano e cosa rischiano
Le autorità israeliane parlano di zona di guerra e di violazione del blocco navale, con trasferimento dei fermati in vista della deportazione. Gli organizzatori rivendicano una missione “pacifica e umanitaria”, diretta ad aprire un corridoio marittimo verso Gaza e quindi legittima.
“La nostra era una missione civile e nonviolenta per portare aiuti e spezzare l’assedio.” — dicono gli attivisti.
“Si tentava di entrare in un’area di combattimento: i passeggeri sono al sicuro e verranno espulsi.” — ribattono le autorità israeliane.
Perché questa Flotilla è diversa
La dimensione (oltre 40 imbarcazioni) e il mosaico di delegazioni locali — con partenze scaglionate tra fine agosto e settembre da Otranto, Genova, Barcellona, Catania, Syros e Tunisi — hanno reso l’operazione più capillare e mediatica rispetto alle missioni precedenti.
Cosa succede adesso
Rimpatri ed espulsioni sono attesi nelle prossime ore, salvo ricorsi individuali; gli organizzatori annunciano nuove partenze. In Italia sono state convocate mobilitazioni e uno sciopero generale a sostegno della Flotilla, mentre il governo ha espresso critiche.