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Diplomazia sul mare: la Costa Smeralda al centro dei negoziati per Gaza

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Diplomazia sul mare: la Costa Smeralda al centro dei negoziati per Gaza

Un mega yacht ormeggiato di fronte alla Costa Smeralda potrebbe diventare il teatro di una delle trattative diplomatiche più delicate e attese del 2025. Il nome della barca è ancora riservato, ma la sua destinazione appare sempre più chiara: accogliere l’incontro segreto tra l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, il ministro israeliano per gli Affari Strategici Ron Dermer e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. L’obiettivo è definire un accordo stabile tra Israele e Hamas che metta fine alle ostilità in corso nella Striscia di Gaza e favorisca il rilascio degli ostaggi detenuti dal movimento palestinese. L’arrivo di Witkoff è atteso in giornata all’aeroporto di Olbia, da dove dovrebbe essere trasferito direttamente a bordo dell’imbarcazione al largo delle coste galluresi.

Diplomazia sul mare: la Costa Smeralda al centro dei negoziati per Gaza

Il conflitto tra Israele e Hamas è entrato ormai in una fase prolungata e drammatica, con pesanti conseguenze umanitarie, pressioni internazionali crescenti e il rischio di una destabilizzazione dell’intera regione. La diplomazia parallela – fatta di colloqui riservati, mediazioni esterne e iniziative ad alto livello – è oggi più attiva che mai. In questo contesto, la scelta del Qatar come mediatore centrale riflette il ruolo sempre più influente del piccolo emirato nella politica mediorientale. Doha mantiene da tempo contatti diretti con la leadership di Hamas e ha già avuto un ruolo decisivo in precedenti accordi temporanei di cessate il fuoco e nella liberazione di ostaggi stranieri.

La mossa di Witkoff e il ruolo degli Stati Uniti

Steve Witkoff, uomo d’affari e mediatore di fiducia di Donald Trump – che oggi ricopre nuovamente la carica di presidente degli Stati Uniti – è stato incaricato di una missione a basso profilo ma ad altissimo impatto strategico. La sua presenza in Sardegna è un segnale di quanto Washington intenda incidere nel processo negoziale, muovendosi anche fuori dai canali diplomatici ufficiali. La scelta di una località come la Costa Smeralda, lontana dai riflettori dei consueti summit internazionali ma logisticamente perfetta per trattative informali, si sposa con la necessità di mantenere riservatezza e flessibilità.

Al-Thani tra interessi regionali e equilibrio globale
Il premier qatariota Al-Thani arriva a questo tavolo forte del doppio registro della sua azione politica: da una parte il sostegno indiretto a Hamas attraverso aiuti alla Striscia e investimenti nei territori palestinesi; dall’altra l’intenso dialogo con Washington, Tel Aviv e le cancellerie europee. Il Qatar è consapevole che qualsiasi mediazione efficace deve prevedere un equilibrio tra le richieste israeliane di sicurezza e la necessità di fornire garanzie reali alla popolazione di Gaza. La sua leadership si muove tra diplomazia pubblica e operazioni riservate, con l’obiettivo dichiarato di evitare un’escalation definitiva del conflitto.

Israele alla ricerca di garanzie e normalità
Il ministro israeliano Ron Dermer è considerato uno degli uomini più vicini al primo ministro Benjamin Netanyahu e portavoce della linea dura del governo. Tuttavia, in questa fase appare determinato a trovare una soluzione diplomatica che possa contenere le critiche interne ed evitare ulteriori costi in termini di vite umane e di immagine per Israele. Le pressioni internazionali, l’instabilità crescente al confine con il Libano e la difficoltà di tenere insieme la maggioranza parlamentare spingono Tel Aviv a valutare scenari alternativi alla prosecuzione dell’offensiva militare.

I retroscena di una trattativa fuori dai radar
Il fatto che l’incontro possa avvenire su un mega yacht al largo della Sardegna non è solo un elemento simbolico: rappresenta una precisa strategia di gestione dei negoziati. A bordo, la possibilità di controllare accessi, comunicazioni e condizioni di riservatezza è totale. Secondo fonti vicine agli organizzatori, sarebbero già stati predisposti tutti i dispositivi di sicurezza e di comunicazione necessari. L’imbarcazione, lunga oltre 100 metri, offrirà non solo sale riunioni ma anche alloggi di rappresentanza per incontri bilaterali riservati. Tutti i dettagli logistici, compresi gli arrivi e le partenze degli ospiti, sono stati affidati a una rete di operatori locali e servizi di sicurezza internazionali.

Una finestra aperta sulla possibilità di pace
Mentre il mondo osserva con apprensione le evoluzioni in Medio Oriente, la trattativa in Costa Smeralda rappresenta un tentativo concreto di trovare uno spiraglio. Non sarà facile: le posizioni sono ancora distanti, i precedenti accordi si sono spesso infranti nel sangue e le divisioni interne tra le fazioni palestinesi complicano il quadro. Tuttavia, la sola presenza contemporanea di Qatar, Israele e Stati Uniti – pur in un contesto ufficioso – lascia aperta la possibilità di un cambio di passo. In queste ore, al largo della Gallura, si gioca molto più di una semplice tregua: si misura la capacità delle diplomazie moderne di reinventarsi, di mediare in luoghi nuovi e con strumenti alternativi per affrontare crisi sempre più complesse.

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