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Corte dei conti: Ue resiliente, ma la macchina dei fondi resta in affanno

- di: Anna Montanari
 
Corte dei conti: Ue resiliente, ma la macchina dei fondi resta in affanno
L’economia europea tiene, ma la capacità di trasformare le risorse in investimenti resta il vero nodo. La Corte dei conti, nella relazione sui Rapporti finanziari con l’Unione europea e sull’utilizzo dei fondi comunitari per il 2024, fotografa un’Unione “resiliente” sul piano macroeconomico, con una crescita stimata all’1%, pur in un contesto internazionale complesso e con forti differenze tra Paesi. Una tenuta che però non cancella le criticità strutturali nell’attuazione delle principali politiche di spesa.

Corte dei conti: Ue resiliente, ma la macchina dei fondi resta in affanno

Sul fronte dei flussi finanziari, l’Italia conferma un saldo positivo nei rapporti con il bilancio europeo. Secondo i dati 2024 della Commissione Ue richiamati dalla Corte, i versamenti italiani si attestano a 15,7 miliardi di euro, mentre gli accrediti raggiungono i 22,4 miliardi. A fare la differenza è soprattutto Next Generation Eu, che pesa per 9,4 miliardi sul totale delle risorse incassate, confermandosi il principale motore del ritorno finanziario per il nostro Paese.

Coesione in ritardo sul ciclo 2021-2027

Il punto critico resta però l’attuazione. La Corte segnala che la politica di coesione mostra “ritardi nell’avvio dei programmi 2021-2027”, con livelli di impegno e di spesa inferiori rispetto ai cicli precedenti. Un dato che evidenzia come la macchina amministrativa faccia fatica a ingranare, proprio mentre le risorse dovrebbero sostenere investimenti e convergenza territoriale in una fase economica delicata.

Il rischio, sottolineato implicitamente dal documento, è che i tempi lunghi di messa a terra degli interventi riducano l’impatto macroeconomico dei fondi, allontanando gli obiettivi di riequilibrio tra aree forti e territori più fragili.

Pac centrale, ma la spesa non decolla

Anche la Politica agricola comune 2023-2027 mantiene un ruolo chiave nel bilancio e nelle politiche europee, ma presenta criticità analoghe. La Corte rileva difficoltà nella capacità di spesa dei fondi per lo sviluppo rurale e problemi di coerenza degli interventi, soprattutto nelle aree più deboli del Paese. Un segnale che indica come, accanto alla disponibilità delle risorse, resti decisiva la qualità della programmazione e della governance territoriale.

La vera sfida: trasformare risorse in crescita

Il quadro che emerge dalla relazione è quello di un’Europa che regge sul piano macro, e di un’Italia che beneficia in modo significativo dei flussi finanziari Ue, ma che fatica ancora a trasformare le risorse in investimenti tempestivi ed efficaci. In questa chiave, la sfida non è tanto reperire fondi, quanto accelerarne l’utilizzo e migliorarne l’impatto economico, evitando che ritardi e inefficienze amministrative si traducano in crescita mancata.
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