Corte dei Conti: Cassese sta con il governo

- di: Redazione
 
Nella querelle tra il Governo e i magistrati della Corte dei Conti, Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, si schiera con il governo. Cassese, nel corso di un evento nell'ambito del Festival dell'Economia, a Torino, ha detto che il governo ''ha fatto benissimo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti". Per il presidente emerito, ''ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti".

Corte dei Conti: Cassese sta con il governo

Cassese ha quindi affermato che ''tutta la cultura mondiale sui controlli'' dice che essi ''non possono essere fatti a tappeto, ma devono essere fatti per campione; che non possono essere fatti sulla carta, ma devono essere fatti mediante ispezioni in profondità sulle attività da controllare; che devono essere non di processo ma di prodotto, non bisogna controllare come è stata fatta una cosa ma il risultato di quell'azione. I controlli preventivi e concomitanti nel nostro Paese sono una forma di cogestione, di esercizio di un potere. Un capo di divisione di un ministero, il presidente di un ente pubblico, ogni volta che deve prendere una decisione, deve chiamare il controllore e chiedere se sia d'accordo o meno. Questa si chiama cogestione e ha due effetti negativi: deresponsabilizza chi deve essere responsabilizzato e non fa degli effettivi controlli perché con i controlli a tappeto e non a campione non si va in profondità".

Il presidente emerito della Corte Costituzionale ha, quindi, affondato il colpo nei confronti di magistrati contabili.
"Nella nota dell'associazione dei magistrati della Corte dei Conti - ha sottolineato - si legge che 'la Corte dei Conti chiede un tavolo di confronto con il governo sull'adozione di una legge'. Tavolo di confronto è l' espressione che adoperano normalmente i sindacati nei confronti dello Stato. La può utilizzare quello che è uno dei più grandi corpi dello Stato? Se si accetta questo tipo di terminologia non si finisce per riconoscere che lo Stato è diventato una specie aggregazione di corporazioni, di interessi e che quindi ha perduto ogni capacità di decisione?".
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