Commercio: le questioni razziali influenzano gli acquisiti degli americani

- di: Brian Green
 
Le motivazioni che spingono un acquirente alle sue scelte spesso si possono ricondurre al semplice concetto di comprare qualcosa che risponda al meglio all'accostamento prezzo-convenienza. Ma ora negli Stati Uniti, il mercato più ricco su scala globale, sta facendo ingresso (se già non l'ha fatto) un altro elemento che rischia di squinternare le strategie che le aziende venditrici portano avanti da sempre.
Parliamo della questione della giustizia razziale che da tempo sta spingendo i potenziali acquirenti americani ad essere molto più selettivi, scegliendo un marchio o decidendo di lasciarne un altro a seconda di come essi si confrontano con la tematica razziale.

È di queste ore la pubblicazione dei risultati di un sondaggio, condotto lo scorso aprile su un campione di 2000 persone, dalla Edelman, una società di pubbliche relazioni, che ha cercato di capire quale sia oggi l'atteggiamento dei consumatori nei confronti dei loro acquisti e della giustizia razziale.
Si tratta del terzo sondaggio che la società ha condotto (i precedenti risalgono al giugno ed all'agosto dello scorso anno) dopo le proteste seguite alla morte dell'afroamericano George Floyd, deceduto per soffocamento durante le fasi del suo arresto. Episodio per il quale il poliziotto che ha determinato il decesso di Floyd, con una mossa di immobilizzazione protratta all'inverosimile, nonostante le proteste delle persone che stavano assistendo all'episodio, è stato condannato ad una pena detentiva che sarà molto lunga (negli Stati Uniti la condanna non è contestuale alla sentenza).

Il cambiamento nella percezione delle azioni dei marchi sulla questione razziale, secondo la Edelman, è particolarmente sorprendente: il 37% degli intervistati ha affermato che le aziende stanno facendo bene nel determinare cambiamenti nell'approccio al problema, con un aumento di 12 punti percentuali rispetto allo scorso agosto.
I responsabili del marketing delle aziende ora potrebbero essere spinti a prestare attenzione alla diversità nelle loro pubblicità.

Secondo la Edelman, è nell'interesse degli esperti di marketing affrontare la tematica razziale. Circa il 42% degli intervistati ha dichiarato di aver iniziato o interrotto l'acquisto di un marchio nell'ultimo anno in relazione alla risposta alle proteste contro l'ingiustizia razziale. Alcuni marchi hanno fatto un buon lavoro, secondo Richard Edelman, amministratore della società di pubbliche relazioni, citando l'iniziativa dell'NBA (la più importante lega del basket professionistico americano) di mettere messaggi di giustizia sociale sulle divise dei giocatori l'anno scorso.
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