Coldiretti: "Vino, il fatturato 2021 sale a 11 miliardi di euro"

- di: Daniele Minuti
 
I dati Assoenologi-Ismea-Uiv riguardante lo stato del vino italiano per il 2021 sono stati analizzati da Coldiretti e, secondo quanto riportato, la riapertura del mondo della ristorazione e la ripresa delle esportazioni hanno trainato il fatturato del segmento oltre la soglia di 11 miliardi di euro.

Questi numeri confermano le stime fatte all'inizio della vendemmia, il 2 agosto, con un fatturato che è stato raggiunto grazie all'impennata dei consumi interni e dell'export, che conferma l'Italia come leader mondiale nel settore davanti a Spagna e Francia nonostante la crisi causata dalla pandemia.

Il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha commentato: "Dalla vendemmia in Italia si attiva un sistema che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Va quindi sottolineato il protagonismo dei giovani agricoltori in un settore importante come quello vitivinicolo".

Il lato che caratterizza la nuova "stagione" per il vino nostrano è il focus sulla sostenibilità ambientale, le politiche di marketing (anche grazie all'uso dei social network) e il rapporto coi consumatori, con i vignaioli che da giovani arrivano alla guida di aziende dando un'impronta innovatrice: le aziende agricole dei giovani inoltre possiedono una superfice ce supera del 54% la media e un fatturato che supera il 75% della media.

Coldiretti conclude: "A preoccupare sono anche le nuove politiche europee come la proposta di mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiare il consumo o anche il via libera dell’Unione Europea a nuove pratiche enologiche come la dealcolazione parziale e totale che secondo la Coldiretti rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo permettendo di chiamare ancora vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di un trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino. Particolarmente grave è la decisione di considerare i vini de-alcolati e parzialmente de-alcolati come prodotti vitivinicoli e di consentire tale pratica anche per i vini a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta".
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