Coldiretti, nucleare a fusione e rinnovabili chiave per la transizione green
- di: Barbara Bizzarri
La transizione green e la sicurezza energetica del futuro non possono prescindere dall’energia nucleare pulita, basata sulla fusione, affiancata da un forte sviluppo delle energie rinnovabili. Questo il messaggio emerso nel Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato da Coldiretti e The European House – Ambrosetti a Villa Miani, Roma.
Coldiretti, nucleare a fusione e rinnovabili chiave per la transizione green
Secondo Coldiretti, il Green Deal europeo rischia di trasformarsi in un progetto ideologico e scollegato dalle realtà produttive, incapace di garantire la necessaria sostenibilità economica. L’aumento dei costi energetici sta già mettendo sotto pressione sia le imprese agricole italiane che il settore manifatturiero europeo. In questo contesto, il nucleare a fusione rappresenta un’opzione concreta e sostenibile per rispondere al fabbisogno energetico.
Un cambio di prospettiva sull’energia nucleare
A sostegno della proposta, Coldiretti cita un’indagine Ixè del settembre 2024, che evidenzia un cambiamento radicale nell’opinione pubblica italiana: in cinque anni, la quota di chi ritiene il nucleare una priorità è passata dal 4,8% al 21,6%. In caso di un nuovo referendum sull’introduzione delle centrali nucleari, il 46,8% degli italiani voterebbe a favore, contro il 47,9% contrario e un 5,3% di indecisi.
Il nucleare a fusione, secondo Coldiretti, risolverebbe anche le sfide poste dall’intelligenza artificiale (IA), che richiede sempre più energia. Durante il Forum, un panel dedicato ha sottolineato l’importanza di evitare conflitti tra il fabbisogno energetico delle tecnologie avanzate e quello delle attività produttive.
Un modello integrato: nucleare e rinnovabili
Tuttavia, Coldiretti ribadisce che il nucleare non può prescindere dal contributo fondamentale delle energie rinnovabili. Le imprese agricole, in particolare, possono giocare un ruolo centrale nella transizione energetica attraverso comunità energetiche, impianti solari su tetti, e agrivoltaico sostenibile, che integra la produzione di energia rinnovabile con un impatto positivo sul reddito agricolo e sul territorio.
Il settore agricolo contribuisce già al 16% dell’energia rinnovabile consumata in Italia, grazie a biomasse, biogas, bioliquidi e fotovoltaico. Coldiretti Giovani Impresa calcola che, utilizzando i tetti di stalle, cascine e magazzini agricoli, si potrebbero installare pannelli fotovoltaici su 155 milioni di metri quadrati, generando 28.400 GWh di energia solare, pari al consumo annuo del Veneto.
L’impegno per il 2030
Questi interventi permetterebbero al Paese di raddoppiare la produzione di energia rinnovabile, contribuendo significativamente agli obiettivi della COP28 per il 2030. Coldiretti sottolinea che agricoltura e innovazione energetica possono andare di pari passo, rappresentando un’opportunità unica per l’Italia di coniugare sostenibilità ambientale e competitività economica. Il messaggio è chiaro: per affrontare le sfide energetiche del futuro e garantire una vera transizione green, è necessario un approccio pragmatico che combini nucleare a fusione e rinnovabili, con il settore agricolo protagonista del cambiamento.