Sono sempre di più gli italiani che decidono di trascorrere le proprie vacanze estive lontano dalle grandi città e dalle mete affollate, preferendo il fascino autentico dei piccoli borghi. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, infatti, il 73% dei cittadini quest’estate punterà su centri con meno di cinquemila abitanti. Una tendenza in crescita che racconta non solo il desiderio di ritmi più lenti e luoghi meno turistici, ma anche una nuova attenzione verso le aree interne, spesso dimenticate e oggi al centro di strategie di valorizzazione.
Tre italiani su quattro scelgono i piccoli borghi: la rinascita delle aree interne passa dai giovani
In questo contesto si inserisce il premio “Piccolo Comune Amico”, promosso da Coldiretti insieme a Codacons, Anci, Symbola e Touring Club Italiano, con il sostegno di Enel. L’iniziativa ha l’obiettivo di valorizzare quelle realtà locali che si sono distinte nella promozione del territorio, nella tutela delle tradizioni agroalimentari e nella capacità di attrarre un turismo sostenibile e di qualità. Un premio che racconta l’Italia delle comunità resilienti, capaci di rigenerarsi attraverso l’impegno civico e l’innovazione.
Giovani protagonisti del cambiamento
Accanto al premio generale, Coldiretti Giovani ha voluto mettere in luce il ruolo centrale delle nuove generazioni nel mantenere vivi i territori rurali. Tra i giovani premiati spiccano storie emblematiche. Valentina Allaria, a Murazzano (Cuneo), ha salvato la pecora delle Langhe e trasformato l’azienda di famiglia in un polo didattico e gastronomico; Luca Marasca, a Monte Roberto (Ancona), ha puntato sulla viticoltura biologica e sostenibile rilanciando il Verdicchio dei Castelli di Jesi; Miriana Coccia, a Villavallelonga (L’Aquila), ha avviato un allevamento estensivo di Chianina con annesso agriturismo e fattoria didattica. Sono solo alcuni esempi di un’Italia che cambia volto partendo dal basso, dove la terra torna a essere futuro.
I numeri dei borghi
I piccoli comuni in Italia sono 5.529 e rappresentano oltre il 70% del totale, coprendo più della metà della superficie nazionale. Vi vive circa il 16,5% della popolazione, spesso in contesti di elevato valore ambientale e culturale. Il turismo nei borghi non è solo un’opportunità economica, ma anche uno strumento per contrastare lo spopolamento, recuperare identità e valorizzare il patrimonio enogastronomico locale. Le strutture agrituristiche, le aziende agricole multifunzionali, i mercati contadini, le iniziative culturali sono leve fondamentali di questo rilancio.
Un modello di sviluppo integrato
La strategia nazionale per le aree interne (Snai) e progetti come la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano confermano quanto il futuro di questi territori dipenda da un approccio integrato che coniughi agricoltura, turismo, cultura, sostenibilità e infrastrutture. Non si tratta solo di proteggere luoghi suggestivi, ma di costruire un modello alternativo di sviluppo capace di attrarre giovani, creare occupazione e generare valore condiviso.
La lezione dei borghi
La crescita del turismo nei piccoli comuni rappresenta un segnale chiaro: gli italiani cercano esperienze autentiche, legami con la terra, relazioni umane più vere. E i borghi, con la loro storia, le tradizioni, i prodotti tipici, rispondono a questo bisogno. A fare la differenza sono le persone, soprattutto i giovani che scelgono di restare o tornare, reinventando il presente con radici profonde nel passato. Così, le aree interne tornano protagoniste e mostrano la via di un’Italia che non si rassegna allo spopolamento ma costruisce il proprio domani partendo dalle comunità locali.