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Coldiretti: "Il caldo brucia frutta e verdura nei campi"

- di: Daniele Minuti
 
Coldiretti: 'Il caldo brucia frutta e verdura nei campi'
Continuano a moltiplicarsi gli allarmi relativi al caldo in quella che dovrebbe essere una delle settimane più afose di tutto l'anno: è Coldiretti che ora lancia l'allarme per gli effetti che le alte temperature avranno sui campi, con il clima torrido e le poche precipitazioni che stanno letteralmente bruciando frutta e verdura rovinando un anno intero di lavoro.

"L’insopportabile ondata di calore" - spiega Coldiretti - "sta distruggendo i raccolti nelle campagne provocando anche una rilevante caduta delle olive dagli alberi oltre a stress per gli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. Dove è possibile in alcune aree del Paese gli agricoltori sono ricorsi alle irrigazioni supplementari per salvare le coltivazioni più in sofferenza mentre nelle situazioni più gravi come in Calabria la Coldiretti chiede alla Regione di iniziare a verificare se ricorrono le condizioni per la dichiarazione della calamità, in particolare in alcune aree".

Una situazione disastrosa che porta i danni causati all'agricoltura nell'anno in corso oltre la quota del miliardo di euro: anche in Italia si fanno quindi i conti con le conseguenze dei cambiamenti climatici che portano alla tropicalizzazione e al crescere degli eventi estremi (precipitazioni brevi ma forti, passaggio dal maltempo al caldo africano)

Secondo i dati di Coldiretti, i cambiamenti climatici hanno causato tagli alle produzioni nazionali che vanno dal 5% al 10% per quanto riguarda le stime della vendemmia, arrivano al 10% per il grano mentre la frutta è quasi dimezzata a livello nazionale (-30% per le ciliegie, -40% per le pesche e nettarine, - 50% per le albicocche). L'agricoltura è quindi il settore economico che vive in maniera più immediata l'impatto del climate change ma anche quello che più si impegna nel contrastarlo.

Coldiretti conclude con un appello e un monito grazie alle parole del presidente Ettore Prandini: "L’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne e nel presidio dei boschi. In tale ottica servono strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia ma anche interventi strutturali con la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo a impatto zero proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). C'è bisogno comunque di accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dare all'Italia uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio".
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