«È da oltre trent’anni che il Cnel è impegnato sul tema dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata». Con queste parole, il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha aperto l’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, presentando le linee della proposta di legge elaborata dal Consiglio sul riutilizzo dei beni confiscati.
Cnel, Brunetta: «Valorizzare le aziende confiscate e restituirle ai territori»
Al centro dell’intervento, la necessità di «valorizzare le aziende provenienti dal circuito criminale e riconnetterle ai territori», evitando ripercussioni negative sul tessuto sociale ed economico delle comunità che hanno subito la presenza mafiosa.
Il Forum Imprese e Legalità
Brunetta ha ricordato come, nell’attuale Consiliatura, sia stato istituito il Forum Imprese e Legalità, un luogo di confronto volto a individuare criticità e prospettive per proteggere le imprese confiscate, garantire l’occupazione e promuovere la cultura della legalità.
Secondo il presidente del Cnel, il settore richiede «assoluta trasparenza, accountability ed efficienza», da affiancare alla piena partecipazione dei corpi intermedi. La valorizzazione dei beni confiscati, ha sottolineato, non può prescindere dal coinvolgimento del mondo produttivo e delle parti sociali.
Un ddl frutto di un’ampia istruttoria
Il disegno di legge presentato dal Cnel è il risultato di un percorso istruttorio approfondito, che ha incluso 21 audizioni e il confronto con una pluralità di soggetti istituzionali ed economici.
Nell’ottica della collaborazione tra enti pubblici, Brunetta ha ricordato l’accordo siglato tra il Cnel, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). L’intesa mira a migliorare l’efficacia dei processi di recupero e valorizzazione delle imprese e dei beni aziendali sottratti alla criminalità.
Coinvolgimento dei territori e del sistema produttivo
L’accordo istituzionale prevede il coinvolgimento delle parti sociali, degli enti locali e del sistema produttivo per restituire beni e aziende confiscate al tessuto economico e sociale, favorendo nuova occupazione e inclusione.
Brunetta ha evidenziato come questo percorso debba essere accompagnato da un’azione educativa mirata alla diffusione della legalità, considerata un elemento strutturale per contrastare le infiltrazioni criminali nell’economia.
Modelli innovativi di gestione
La proposta di legge del Cnel intende offrire una ricognizione completa delle criticità dell’attuale quadro normativo e regolamentare, proponendo al contempo modelli innovativi di gestione delle imprese confiscate.
Tra i punti centrali indicati dal presidente vi sono il coinvolgimento del terzo settore, delle categorie produttive e delle forze sociali, insieme alla definizione di forme strutturate di coordinamento istituzionale. L’obiettivo è evitare che gli asset confiscati subiscano il «depauperamento progressivo» che spesso ne compromette la sopravvivenza economica.
Legalità come leva di sviluppo
Brunetta ha concluso sottolineando la necessità di valorizzare il ruolo delle imprese sane come vettori di legalità, in grado di contrastare le infiltrazioni criminali che alterano la concorrenza e penalizzano le realtà trasparenti.
Restituire competitività alle aziende confiscate, ha ribadito, significa non solo preservare posti di lavoro, ma anche rafforzare il presidio economico e sociale dei territori, creando un argine strutturale alla presenza della criminalità organizzata.