La crisi mondiale dei semiconduttori ha fatto perdere 500.000 veicoli

- di: Brian Green
 
La crisi dei semiconduttori, in coincidenza con l'esplosione della domanda globale che ha seguito i lockdown, ha determinato un rallentamento nella produzione di autovetture stimato in mezzo milione di veicoli. A sostenerlo è un rapporto della European Automotive Suppliers Association (Clepa).

Con l'accentuarsi della crisi, alcune Case automobilistiche sono state costrette a rallentare la produzione, fermando temporaneamente alcuni stabilimenti. I semiconduttori sono fondamentali, poiché da essi dipendono il funzionamento del motore, del servosterzo, della serratura della porta o del sistema di accesso senza chiave. Secondo la Clepa, che ha sede a Bruxelles e che raggruppa 3.000 aziende del settore, un'auto moderna può trasportare 100 componenti elettronici e tra 20 e 40 microcontrollori. Attualmente rappresentano il 35% del costo del veicolo, ma si prevede che, con l'aumento dei veicoli autonomi e connessi a Internet, tale percentuale salirà al 50%.

Di fronte a questo scenario, Thorsten Muschal, presidente di Clepa, ha definito due scenari per il futuro. Il primo è positivo: "Crediamo che il peggio sia passato e la situazione non è destinata a peggiorare ulteriormente". Il secondo, invece, negativo: "Non si può escludere che gli effetti (della carenza, ndr) continueranno anche nel 2022".
La crisi, quindi, sta colpendo direttamente i produttori che utilizzano i semiconduttori, ma anche il resto dei fornitori, poiché se si riduce la produzione, calano anche le loro vendite.
"Il secondo trimestre del 2021 è stato molto difficile e vediamo ancora interruzioni della produzione e ritardi nella produzione", ha detto ancora Muschal.

L'industria automobilistica copre il 37% della domanda di semiconduttori in Europa, superiore a quella del settore a livello mondiale, del 10%. Questo ha portato la Commissione Europea a porsi l'obiettivo dell'Ue di passare dal 9% al 20% della quota mondiale di produzione di chip entro il 2030, obiettivo molto complicato a causa dell'enorme costo di avvio di questo tipo di fabbriche, il cui ingresso in l'operazione può richiedere anni da quando la sua costruzione è decisa. Tra il 60% e il 70% dei chip nell'industria automobilistica proviene da Taiwan e dalla Cina.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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