Caso Almasri, la battaglia legale continua
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Il caso Almasri, che ha riportato al centro del dibattito politico e giudiziario italiano la questione delle relazioni con la Libia e delle responsabilità istituzionali, si arricchisce di un nuovo capitolo. L’avvocata Angela Maria Bitonti, legale di una donna ivoriana vittima delle torture inflitte dal generale libico, ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura di Roma contro l’archiviazione della premier Giorgia Meloni.
Caso Almasri, la battaglia legale continua
Secondo la difesa della vittima, le dichiarazioni della Presidente del Consiglio avrebbero un peso rilevante nella vicenda. “Giorgia Meloni ha detto di aver condiviso le decisioni”, ha spiegato l’avvocata Bitonti, evidenziando come tale affermazione leghi direttamente la premier alle scelte politiche e operative contestate. Per questo motivo, la legale considera ingiustificata la decisione di archiviare la posizione della Presidente del Consiglio e intende rivolgersi nuovamente ai magistrati per chiedere un supplemento di indagini.
L’iniziativa giudiziaria si intreccia così con un percorso parlamentare già avviato, innescando un confronto che rischia di diventare sempre più acceso nei prossimi mesi.
Il ruolo della Giunta per le autorizzazioni
Parallelamente, la Camera dei deputati si prepara ad affrontare ufficialmente il dossier. L’Ufficio di Presidenza della Giunta per le autorizzazioni ha infatti stabilito all’unanimità il calendario dei lavori: l’esame delle carte inviate dal Tribunale dei Ministri, riguardanti le posizioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, è ormai avviato.
“Entro la fine di settembre sarà pronta la relazione per l’Aula”, ha annunciato il presidente della Giunta, Devis Dori, sottolineando la volontà di assicurare trasparenza e rigore nell’analisi della documentazione.
Una vicenda che scuote le istituzioni
Il caso Almasri non è soltanto una controversia giudiziaria, ma un nodo politico che coinvolge direttamente i vertici del governo. Le accuse riguardano le responsabilità nelle scelte di collaborazione con autorità libiche, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani imputate al generale.
La denuncia delle torture subite da migranti, compresa la donna ivoriana difesa dall’avvocata Bitonti, ha sollevato un’ondata di indignazione nell’opinione pubblica e ha portato l’attenzione sul delicato equilibrio tra la gestione dei flussi migratori e il rispetto dei principi fondamentali dello Stato di diritto.
Meloni al centro delle polemiche
La posizione della premier è diventata uno degli snodi più delicati della vicenda. L’archiviazione della sua posizione da parte del Tribunale dei Ministri è stata accolta con favore dai sostenitori della Presidente del Consiglio, che parlano di una decisione coerente con le prerogative dell’azione politica. Tuttavia, per i legali delle vittime e per alcune forze di opposizione, la vicenda non può chiudersi così: l’ammissione di aver “condiviso le decisioni” – sostengono – non è un dettaglio ma un elemento che impone un’analisi più approfondita.
Verso un autunno caldo in Parlamento
Il lavoro della Giunta per le autorizzazioni si annuncia dunque cruciale. Una volta completata la relazione, l’Aula sarà chiamata a esprimersi: un passaggio che avrà inevitabili ripercussioni politiche, mettendo alla prova i rapporti tra maggioranza e opposizione.
La calendarizzazione dei lavori entro settembre fa pensare a un dibattito serrato subito dopo la pausa estiva, con l’autunno che potrebbe trasformarsi in una stagione di alta tensione parlamentare.
La voce delle vittime
Al centro della vicenda, al di là dei risvolti politici e istituzionali, restano le testimonianze delle vittime. Le denunce di torture e trattamenti disumani nei centri controllati da Almasri continuano a costituire un documento drammatico delle violenze che accompagnano i flussi migratori lungo la rotta libica.
La richiesta dell’avvocata Bitonti di non archiviare la posizione della premier si fonda anche sulla necessità di dare ascolto a queste voci e di riconoscere pienamente il diritto delle persone colpite a ottenere verità e giustizia.
Un caso destinato a segnare la politica italiana
Il caso Almasri, intreccio di giustizia internazionale, politica migratoria e responsabilità governative, sembra destinato a rimanere a lungo al centro del dibattito italiano. L’esposto contro l’archiviazione di Giorgia Meloni e l’imminente relazione della Giunta per le autorizzazioni annunciano settimane di confronti intensi, con ricadute che potrebbero andare ben oltre il perimetro giudiziario.