Una notte agitata ha scosso l’area dei Campi Flegrei. L’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato otto eventi sismici tra la mezzanotte e l’alba: sette scosse di magnitudo intorno a 2 e poi, alle 4:55, la più forte, di magnitudo 4.0.
Il risveglio tra ansia e ricordi
La popolazione di Pozzuoli e Napoli ovest ha avvertito distintamente il terremoto. Molti residenti sono scesi in strada, spaventati dal boato che ha accompagnato la scossa principale. I messaggi sui social hanno restituito la stessa emozione: paura, ma anche una rassegnata familiarità con il bradisismo che da anni accompagna la vita nei quartieri ai piedi del Vesuvio. C’è chi racconta di aver svegliato i figli di corsa, chi di non aver osato rientrare subito a casa, chi ha rivissuto nella memoria le immagini degli anni ’80, quando interi quartieri furono evacuati per il rischio di un’eruzione.
Nessun danno grave, ma cresce l’allerta
Al momento non si registrano danni rilevanti a edifici o persone, ma la Protezione civile resta in stato di attenzione. Le squadre hanno effettuato sopralluoghi in scuole, ospedali e infrastrutture sensibili, senza rilevare criticità strutturali. Eppure la sensazione diffusa è quella di vivere seduti su una polveriera. Negli ultimi mesi il numero di micro-scosse è aumentato, segno di un’attività sismica costante. I geologi ricordano che il fenomeno non è nuovo e che l’area flegrea è tra le più sorvegliate d’Europa, ma ogni movimento del terreno riporta la paura nelle case.
Le parole degli esperti
L’Ingv invita alla prudenza e a non diffondere allarmismi. “Le scosse fanno parte del processo di bradisismo che interessa l’area – spiegano i ricercatori – e vengono monitorate in tempo reale”. Il bradisismo, ovvero il lento sollevamento e abbassamento del suolo legato alla pressione dei gas nel sottosuolo, è un fenomeno conosciuto che negli anni ha provocato sollevamenti anche di diversi metri. Secondo gli scienziati, il sisma di questa notte non rappresenta un’anomalia, ma è il segnale di un sistema vulcanico vivo che continua a respirare.
Un territorio fragile e sovrappopolato
La particolarità dei Campi Flegrei è quella di essere una caldera vulcanica immersa in un contesto urbano densissimo. Oltre 500 mila persone vivono direttamente nell’area interessata, con quartieri popolari e interi comuni letteralmente costruiti sopra un vulcano. Una condizione che rende ogni scossa un fatto non solo geologico ma sociale. La storia insegna che negli anni Ottanta migliaia di famiglie furono costrette a lasciare le loro case per mesi a causa del sollevamento del terreno. Da allora la memoria collettiva conserva una ferita che torna a sanguinare a ogni boato.
La reazione delle istituzioni
Il sindaco di Pozzuoli ha chiesto calma e collaborazione ai cittadini, ricordando l’importanza di seguire le indicazioni ufficiali e non alimentare voci infondate. La Regione Campania ha attivato le procedure di verifica e confermato la piena operatività del piano di emergenza predisposto per l’area. La Protezione civile nazionale ha assicurato che “il territorio resta sotto controllo costante” e che sono in corso valutazioni per aggiornare le misure di sicurezza alla luce della crescente frequenza degli eventi.
Paura quotidiana
La popolazione, intanto, continua a convivere con un senso di precarietà. Ogni rumore diventa sospetto, ogni vibrazione mette in allarme. Sui balconi e nelle piazze si discute di “quella scossa più forte delle altre”, si ricorda quando i nonni raccontavano delle grandi evacuazioni, si cerca conforto nelle parole degli esperti, ma resta la consapevolezza di abitare sopra un gigante che non dorme mai. Alcuni residenti hanno dichiarato di voler lasciare temporaneamente le proprie abitazioni, altri minimizzano, dicendo che “qui è sempre stato così”. La verità, però, è che l’angoscia rimane sottile e costante, pronta a riaffiorare a ogni nuovo tremito.
Un futuro da scrivere
Il terremoto di questa notte torna a ricordare la vulnerabilità di una delle zone più delicate d’Italia. La caldera flegrea resta sotto osservazione e gli scenari possibili spaziano dal semplice proseguimento del bradisismo a eventi più complessi che, seppur rari, non possono essere esclusi. Le istituzioni assicurano che piani di evacuazione e strategie di emergenza sono aggiornati, ma la popolazione chiede rassicurazioni concrete e trasparenza.
Nei Campi Flegrei la vita continua tra normalità e paura, un bar che serve caffè dopo una notte insonne, un mercato che riprende il suo via vai di persone. Sotto i piedi, però, la terra non smette di muoversi. E ogni scossa, anche se breve, ricorda a tutti quanto sottile sia l’equilibrio tra la quotidianità e la possibilità di un improvviso sconvolgimento.