Torna il caldo sull’Italia: bollino arancione a Perugia, 11 città in giallo
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

L’estate torna a farsi sentire sull’Italia con una nuova ondata di caldo che, secondo le previsioni meteo, porterà un innalzamento delle temperature da 2 a 4 gradi sopra i valori medi stagionali. Il Ministero della Salute ha emesso un bollettino con il livello di allerta arancione per la città di Perugia, mentre sono undici le città contrassegnate con il bollino giallo, indicativo di condizioni di rischio limitato ma da monitorare, in particolare per anziani, bambini e persone fragili. Dopo alcune settimane di instabilità e piogge sparse, il ritorno dell’alta pressione riporta il bel tempo sulla maggior parte della penisola, ma con esso anche l’afa, che renderà particolarmente faticose le ore centrali della giornata. Il picco è atteso tra mercoledì e venerdì, con punte superiori ai 36 gradi nelle aree interne del Centro e del Sud.
Torna il caldo sull’Italia: bollino arancione a Perugia, 11 città in giallo
Come accade ormai da anni, l’aumento improvviso delle temperature comporta una serie di conseguenze non trascurabili per il sistema sanitario, soprattutto nei pronto soccorso delle città medio-piccole, dove si registrano i maggiori accessi legati a disidratazione, colpi di calore e riacutizzazioni di patologie respiratorie. Le Asl sono state allertate e i Comuni hanno riattivato i piani di prevenzione, con numeri verdi, distribuzione di acqua nei centri urbani e campagne informative rivolte alla popolazione anziana. I medici raccomandano di evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde, idratarsi costantemente e non uscire di casa se non strettamente necessario. Le strutture per anziani e i centri di assistenza sociale sono tra i luoghi più esposti, e già da oggi sono partite le prime verifiche sulle dotazioni di ventilazione e climatizzazione, soprattutto nelle regioni centrali.
Impatto su agricoltura, turismo e trasporti
Le alte temperature incidono anche su settori chiave dell’economia italiana, a cominciare dall’agricoltura. Le associazioni di categoria hanno segnalato che alcune colture, come pomodori, zucchine e angurie, rischiano di subire stress termico, compromettendo resa e qualità. Particolare preoccupazione riguarda le coltivazioni nelle aree dell’Emilia-Romagna, della Puglia e del Lazio, dove il caldo arriva dopo settimane di piogge che hanno già rallentato i raccolti. Anche il turismo subisce un contraccolpo: se da una parte il bel tempo favorisce gli arrivi nelle località balneari, dall’altra le ondate di calore mettono a dura prova l’operatività di città d’arte e mete culturali, con un aumento di malori tra i visitatori. Nei trasporti, infine, si registrano i primi disagi legati alla dilatazione dei binari ferroviari e all’usura precoce degli pneumatici su alcune tratte autostradali. Le compagnie di trasporto urbano stanno valutando la possibilità di aumentare la frequenza dei mezzi climatizzati durante le ore di punta.
Il contesto climatico e il trend stagionale
Questa nuova fiammata estiva si inserisce in un contesto climatico ormai segnato da instabilità e imprevedibilità. Gli esperti sottolineano come le ondate di caldo siano sempre più frequenti, intense e precoci, a causa dell’accelerazione dei cambiamenti climatici. Il Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche ha confermato che il 2025 si sta rivelando, finora, uno degli anni più caldi mai registrati sul continente europeo. In Italia, la media delle temperature nei primi sette mesi dell’anno ha già superato di 1,7 gradi quella del trentennio 1991-2020. Si tratta di un dato allarmante che rafforza l’urgenza di politiche strutturali per la mitigazione del rischio climatico, ma che impone anche misure immediate per la protezione della salute pubblica e delle infrastrutture civili. Il caldo atteso nei prossimi giorni sarà dunque un nuovo banco di prova per l’intero sistema di risposta alle emergenze ambientali.