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Burro, parmigiano e panna nella cacio e pepe: la BBC corregge ma non arretra. Roma insorge

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Burro, parmigiano e panna nella cacio e pepe: la BBC corregge ma non arretra. Roma insorge
Sul sito della BBC, sezione Good Food, la “cacio e pepe” viene descritta come un piatto di pasta a base di burro, parmigiano e – opzionalmente – panna. Manca il pecorino romano, manca la tecnica corretta, c’è un’aggiunta che per la cucina romana equivale a un affronto. L’articolo resta online per giorni, poi arriva la richiesta ufficiale di rettifica. A farla è Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. La BBC corregge la pagina, ma non rimuove il riferimento alla panna. La polemica resta aperta.

Burro, parmigiano e panna nella cacio e pepe: la BBC corregge ma non arretra. Roma insorge

Le associazioni romane parlano di “violazione culturale”. Per la ristorazione tradizionale, la cacio e pepe è un piatto codificato: pasta, pecorino, acqua di cottura, pepe. Nessun altro ingrediente. “Burro e parmigiano snaturano completamente la ricetta,” dice Pica. Non è solo questione gastronomica, ma di identità. I cuochi parlano di “umiliazione pubblica”, soprattutto per un’emittente come la BBC che ha milioni di lettori globali.

Panna nella ricetta: una scelta ideologica

Nella versione corretta, la BBC elimina burro e parmigiano ma mantiene la possibilità di usare la panna. Lo definisce un “accorgimento per rendere il piatto più cremoso”. È una giustificazione tecnica, ma anche un posizionamento culturale. In cucina, aggiungere panna alla cacio e pepe è come mettere ketchup sul risotto. I puristi parlano di “profanazione mascherata da adattamento”.

La Coldiretti accende i fari sull’agropirateria

Dietro il caso mediatico, c’è un problema più vasto. Secondo Coldiretti, oltre il 50% dei piatti italiani serviti all’estero è alterato, contraffatto o imitato con ingredienti sbagliati. Si chiama agropirateria culturale: cucine straniere che usano nomi italiani per piatti che non lo sono. L’impatto economico è enorme. Quello simbolico anche di più. L’Italia esporta brand alimentari, ma perde il controllo sulla filiera narrativa del cibo.

Non è la prima volta. E non sarà l’ultima

La BBC aveva già scatenato polemiche simili in passato. Nel 2020 pubblicò una ricetta di carbonara con piselli e panna. Nel 2021 toccò all’amatriciana. Ogni volta, proteste. Ogni volta, rettifiche parziali. Lo schema si ripete. Le redazioni digitali pubblicano ricette adattate al gusto anglosassone. Le comunità italiane all’estero protestano. I media correggono in parte, ma mantengono l’impostazione ibrida. Il risultato è un mosaico confuso, dove la tradizione sparisce nel nome della semplificazione.

Turismo e identità: la cucina come moneta culturale

La questione è anche economica. A Roma, la cucina è uno dei motori del turismo. I piatti identitari – cacio e pepe, carbonara, gricia – non sono solo cibo, ma simboli. I ristoratori temono che la diffusione di versioni sbagliate all’estero finisca per creare false aspettative tra i visitatori. “Ogni turista che arriva con in mente una carbonara alla panna è un errore importato,” dice un cuoco del centro storico. “E tocca a noi disintossicarlo.”

Il danno è nel lungo periodo

La standardizzazione globale delle ricette porta a una perdita di significato. Le versioni “semplificate” piacciono, ma si allontanano dalla materia prima, dalla tecnica, dalla geografia. Il cibo si trasforma in prodotto. E in quel passaggio perde il rapporto con il territorio. Per le DOP e IGP italiane è un problema strutturale: la diffusione massiva di “italian sounding” abbatte la riconoscibilità del prodotto certificato.

Il diritto alla ricetta: una questione aperta

Chi decide cosa è autentico? La domanda resta senza risposta. La BBC, come altri grandi media, rivendica libertà editoriale. Gli chef italiani invocano il rispetto delle ricette originarie. In mezzo, ci sono milioni di utenti che cucinano da casa. La cacio e pepe diventa così terreno di scontro tra copyright culturale e mercato globale. Il piatto romano, semplificato e trasformato, è ormai parte di una narrazione internazionale dove l’Italia non controlla più il racconto.
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