Bridge-Uganda, Iannantuoni (UniMiB): "Con Africa migliora professionalità"

- di: Barbara Bizzarri
 

Oggi, alla presentazione di Bridge (Bicocca research and innovation for development and global health)-Uganda, il nuovo progetto dell'Università milanese nel distretto di Gulu nel nord dell'Uganda, la Rettrice dell'Università Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, ha illustrato il progetto che coniuga opportunità e integrazione: "Già da diversi anni i nostri medici e i nostri specializzandi scendono in Africa. Abbiamo però voluto istituzionalizzare questa partnership perché riteniamo, e abbiamo visto essere così, che quando i nostri medici hanno la possibilità di trascorrere alcuni mesi in contesti in cui non c'è niente, se non la salute e il rispetto verso il paziente, tornano a casa molto arricchiti. Questo è, secondo me, ciò che conta per una professione vocazionale come quella del medico, dell'infermiere o dell'ostetrica".

Bridge-Uganda, Iannantuoni (UniMiB): "Con Africa migliora professionalità"

"Quella di oggi - continua la Rettrice - è una giornata molto speciale perché si parla di internazionalizzazione, di sistema sanitario nazionale e di medicina. In un contesto in cui, nel nostro Paese, riflettiamo sul numero di medici e di infermieri e sulla qualità del Servizio sanitario nazionale, per noi è molto importante diffondere questa qualità non solo nel nostro Paese, ma anche in una delle zone più fragili a livello internazionale. E' questo il caso del nord dell'Uganda, una delle aree con le maggiori fragilità economiche e sociali a livello mondiale". Si tratta del secondo avamposto all'estero dell'ateneo milanese, dopo il 'MaRhe Center' nell'arcipelago delle Maldive, centro di ricerca e formazione dedicato agli studi di biologia marina. Outpost fondamentali per Milano-Bicocca perché, spiega Iannantuoni, "pensiamo che le eccellenze di cui disponiamo, da un lato quella della sostenibilità e dell'ecologia e dall'altro quella della medicina, debbano trovare un loro significato laddove siano prioritarie nella quotidianità delle persone che lì vivono".

L'outpost Bridge-Uganda si inserisce nel progetto Bicocca Global Health Center, che coinvolge tutte le professionalità dell'ateneo nello sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide della salute globale attraverso un approccio multidisciplinare e per promuovere la salute e il benessere nei Paesi a basso e medio reddito. La rete formativa dell'ateneo milanese, che già comprende ospedali di eccellenza come il San Gerardo, il Papa Giovanni, il Niguarda e molti altri, si allarga quindi anche al Lacor Hospital in Uganda, "un luogo in cui medici, ostetriche, infermieri, specializzandi e i nostri studenti di medicina degli ultimi 2 anni possono godere di un momento formativo fondamentale. E' importante anche sottolineare che formeremo medici specializzandi in loco, necessari - conclude la Rettrice - su un territorio così difficile come quello ugandese".

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