La Brexit, fino al 2026, costerà 350 milioni di euro ai pescatori britannici

- di: Redazione
 
A distanza ormai di molti mesi dall'uscita ufficiale della Gran Bretagna dall'Unione europea, alcune categorie produttive britanniche fanno i conti con una situazione ben peggiore delle più pessimistiche tra le previsioni. Come quanto sta accadendo al sistema britannico della pesca: secondo uno studio di settore, entro da qui al 2026 i pescatori britannici subiranno perdite per 300 milioni di sterline (circa 350 milioni di euro) a causa della Brexit.

È il timore dell'Associazione delle organizzazioni britanniche della pesca, che auspica che il governo britannico riesca a negoziare con maggiore forza con i partner internazionali, pena un salasso del comparto, pari a 64 milioni di sterline all'anno.

La previsione dell'associazione contrasta nettamente con quelle che erano state formulate dal governo e che prevedevano per il comparto, da qui al 2026, guadagni per 148 milioni di sterline. La pesca è stata una delle questioni più delicate nei negoziati sulla Brexit tra Regno Unito e Unione Europea.

La Brexit costerà fino a 350 milioni di euro ai pescatori britannici

Uno dei punti maggiormente discussi è stato un sistema di quote che consentirebbe ai pescatori dell'Unione di continuare a pescare nelle acque britanniche. A causa della promessa, fatta dal governo, che la Gran Bretagna avrebbe ripreso il controllo delle sue acque dopo aver lasciato l'Unione, molti pescatori britannici avevano fatto una forte campagna a favore della Brexit. Ma, quando l'uscita dalla Ue è stata ormai effettiva, l'industria della pesca ha manifestato la sua disillusione.

La migliore opportunità in una generazione per rivitalizzare l'industria della pesca nel Regno Unito e sostenere le nostre comunità costiere è stata sprecata, ha commentato un rappresentante della categoria.

Critiche anche al sistema delle quote. Lo studio delle Associazioni delle organizzazioni britanniche della pesca ha detto che gli accordi mancati con la Norvegia, le Isole Faroe e la Groenlandia (territori autonomi che fanno parte della Danimarca) , hanno anche ridotto le possibilità di pesca per gran parte della flotta britannica.

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