Brasile: Bolsonaro comincia la transizione, ma non ammette la sconfitta

- di: Redazione
 
''Continuerò ad adempiere tutti i comandamenti della nostra Costituzione": questo il cuore del breve discorso che, dal palazzo presidenziale di Brasilia, Jair Bolsonaro ha rivolto alla nazione, a distanza di giorni dalla sua sconfitta elettorale e, quindi, dalla vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva. Bolsonaro non ha ammesso esplicitamente la sconfitta, lasciando comunque intendere che è sua intenzione favorire la transizione che dovrà portare Lula ad insediarsi a gennaio. Nella stessa occasione, il capo di stato maggiore Ciro Nogueira, prendendo la parola subito dopo Bolsonaro, ha detto che lavorerà con il nuovo governo e attende che la squadra di transizione di Lula da Silva inizi il passaggio di consegne.

Brasile: Bolsonaro comincia la transizione, ma non ammette la sconfitta

Nel suo breve discorso, al contrario di quanto qualche osservatore aveva ipotizzato, il presidente uscente non ha contestato il risultato del voto. Ha, invece, ringraziato coloro che lo hanno votato e puntato il dito contro chi lo ha criticato: "Sono sempre stato etichettato come antidemocratico e, a differenza dei miei accusatori, ho sempre giocato all'interno della costituzione". Comunque, contrariamente alla prassi, Non si è congratulato con Lula da Silva, che ha vinto con il 50,9% dei voti, mentre Bolsonaro ha ottenuto il 49,1%.
Il silenzio iniziale di Bolsonaro, dopo l'ufficializzazione della vittoria del suo avversario, aveva contribuito a far temere che non avrebbe collaborato al trasferimento dei poteri, dopo che, prima del voto, aveva lanciato dubbi sulla correttezza del voto.

Nelle ultime elezioni legislative, il Partito Liberale di Bolsonaro ha aumentato i suoi rappresentanti alla Camera da 76 a 99, mentre al Senato è raddoppiato da sette a 14 membri. Sebbene anche il Partito dei Lavoratori di Lula da Silva abbia aumentato la rappresentanza in entrambe le Camere, i conservatori i politici favorevoli domineranno in generale la prossima legislatura.
Negli ultimi giorni, dopo il voto, il Brasile è stato scosso da proteste, culminate in decine di blocchi stradali (la polizia ne ha contati 267 in tutto il Paese) attuati da camionisti, categoria tradizionalmente vicina a Bolsonaro che ha definito l'accaduto come "il risultato dell'indignazione e del sentimento di ingiustizia per come si è svolto il processo elettorale".
Il presidente eletto Lula da Silva non ha commentato le proteste.
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