Borse: le contrattazioni sui mercati asiatici in terreno negativo, aspettando la Fed

- di: Redazione
 
I mercati asiatici hanno chiuso in calo l'odierna giornata di contrattazioni, sulla scia di Wall Street, nell'attesa delle decisioni sui tassi di interesse che la Federal Reserve prenderà tra qualche ora, a conclusione di due giorni di riunioni. Secondo tutte le previsioni, la Fed aumenterà il suo tasso di riferimento di un quarto di punto percentuale al 5%-5,25% per cercare di contenere l'inflazione.

Borse: le contrattazioni sui mercati asiatici in terreno negativo, aspettando la Fed

Mentre i mercati in Giappone e Cina sono stati chiusi oggi per festività, a Hong Kong l'indice Hang Seng ha perso l'1,6% a 19.608,54. Il Kospi della Corea del Sud ha lasciato sul terreno lo 0,9% a 2.500,50 e l'S &P/ASX 200 di Sydney è sceso dell'1,1% a 7.184,90. L'indiano Sensex ha perso lo 0,4%. In calo anche la borsa di Taiwan e delle altre piazze del sud-est asiatico. Ieri, a Wall Street, l'S &P 500 è sceso dell'1,2% a 4.119,58, mentre il Dow è arretrato dell'1,1% a 33.684,53. Il composito Nasdaq ha ceduto l'1,1% a 12.080,51.

Alcuni dei cali più marcati sono venuti dalle banche di piccole e medie dimensioni, che sono state oggetto di un attento esame mentre il sistema bancario crolla sotto il peso di tassi di interesse molto più elevati.
In particolare, PacWest Bancorp è sceso del 27,8%, Western Alliance Bancorp è sceso del 15,4% e Comerica è calato del 12,4%.
In aggiunta alle preoccupazioni legate al settore bancario, un rapporto ha mostrato che i datori di lavoro statunitensi nel mese di marzo hanno pubblicizzato il minor numero di offerte di lavoro in quasi due anni.

Ad accrescere i timori ci sono state anche le parole del segretario al Tesoro, Janet Yellen, che ha dichiarato che il governo degli Stati Uniti potrebbe andare in default sul proprio debito già dal 1 giugno a meno che un Congresso diviso non gli consenta di prendere in prestito di più. Gran parte del sistema finanziario si basa sul presupposto che il debito pubblico degli Stati Uniti sia l'investimento più sicuro disponibile. La speranza è che il Congresso raggiunga un accordo prima della scadenza, come ha fatto molte volte prima, perché l'alternativa sarebbe così terribile.
Il greggio di riferimento statunitense ha perso 3 centesimi a 71,63 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange, mentre il Brent ha guadagnato 3 centesimi a 75,35 dollari al barile.
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