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Borse asiatiche in flessione per timore dei dazi e del dato sull’inflazione Usa

- di: Redazione
 
Borse asiatiche in flessione per timore dei dazi e del dato sull’inflazione Usa

In calo la gran parte dei titoli azionari asiatici, in linea con le perdite di Wall Street, mentre il rally messo in evidenza dopo l’elezione di Donald Trump appare ormai raffreddarsi, mentre l’attesa dei dati chiave sulli’nflazione negli Stati Uniti ha aumentato l’avversione al rischio da parte degli investitori. I mercati asiatici sono restati sotto pressione dopo che le nuove misure fiscali della Cina hanno ampiamente deluso le aspettative, mentre ha pesato anche l’incertezza su cosa comporterà la presidenza di Donald Trump per le relazioni sino-americane e per il commercio globale.

Borse asiatiche in flessione per timore dei dazi e del dato sull’inflazione Usa

I futures sugli indici azionari statunitensi sono scesi negli scambi asiatici dopo una sessione negativa a Wall Street, poiché i benchmark azionari sono scesi dai massimi record dopo una forte corsa all’aumento nella scorsa settimana.

Anche alcuni commenti aggressivi da parte dei funzionari della Federal Reserve hanno pesato sul sentiment, quando il presidente della Federal Reserve di Minneapolis, Neel Kashkari, ha avvertito che eventuali aumenti dell’inflazione potrebbero portare la Fed a mantenere stabili i tassi a dicembre.

L’attenzione si è ora concentrata sui dati dell’indice dei prezzi al consumo, in uscita, che dovrebbero mostrare che l’inflazione negli Stati Uniti è rimasta ferma ad ottobre

 

Le azioni cinesi sono in difficoltà perché gli stimoli all’economia da parte del Governo di Pechino non sono sufficienti

Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite si sono mantenuti in un intervallo ristretto, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,6%.

Tutti e tre gli indici hanno subito alcune perdite nelle ultime sedute, dopo che i piani della Cina di un debito aggiuntivo di 10 trilioni di yuan (1,4 trilioni di dollari) sono stati ampiamente delusi. Gli investitori sia attendevano infatti ben altre misure fiscali volte a migliorare la spesa dei consumatori e a sostenere il mercato immobiliare.

Ma il Governo cinese potrebbe presto essere portato ad agire con più determinazione sul fronte degli stimoli all’economia, anche se per ora voglia avere maggiori indizi sulle politiche di Trump nei confronti del Paese, dato che quest’ultimo ha promesso di aumentare i dazi commerciali sulle importazioni cinesi.

Ora si prevede che la Cina delineerà ulteriori misure di stimolo fiscale durante due incontri politici ad alto livello a dicembre.

Le azioni asiatiche scendono a causa dei timori dell’indice dei prezzi al consumo

I mercati asiatici grandi hanno registrato una netta flessione, poiché – come detto - l’anticipazione della lettura dell’indice dei prezzi al consumo statunitense ha stimolato l’avversione al rischio.

L’indice giapponese Nikkei225 è sceso dell’1%, mentre il TOPIX ha perso l’1,1%. Il gigante degli investimenti tecnologici SoftBank Group Corp ha perso lo 0,6%, nonostante abbia registrato un profitto molto più forte del previsto per il trimestre di settembre.

Il KOSPI della Corea del Sud è stato colpito da perdite prolungate nei titoli del settore dei chip, con il peso massimo Samsung Electronics che è scivolato al minimo di quattro anni a causa delle preoccupazioni sui dazi commerciali statunitensi sotto Trump. Samsung è anche rimasta ampiamente indietro rispetto ai suoi rivali nell’attingere alla domanda aumentata di chip di memoria dal boom dell’intelligenza artificiale.

L’ASX 200 australiano è sceso dell’1% a causa delle perdite nei titoli bancari e minerari, mentre i future sull’indice indiano NIFTY 50 hanno indicato un’apertura debole, dopo che l’indice era sceso dell’1% nella sessione precedente. Il NIFTY ha toccato quasi il minimo degli ultimi cinque mesi dopo che i dati sull’indice dei prezzi al consumo indiano hanno registrato valori molto più elevati del previsto per ottobre. (Tratto dalle informazioni di Investing.com)

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