Borse: nervosismo sui mercati asiatici, mentre Wall Street recupera

- di: Redazione
 
Accentuato nervosismo sui mercati asiatici, che hanno chiuso le contrattazioni odierne in modo contrastato. Wall Street ha invece parzialmente recuperato le perdite della seduta di martedì. L'indice giapponese di riferimento Nikkei 225, dopo avere raggiunto il massimo storico nelle prime fasi degli scambi, ha chiuso in ribasso, perdendo l'1,2% a 39.598,71.

Borse: nervosismo sui mercati asiatici, mentre Wall Street recupera

L'indice S & P/ASX 200 australiano ha messo a segno un + 0,4% a 7.763,70. Il Kospi della Corea del Sud ha guadagnato lo 0,2% a 2.645,62. In arretramento, invece, l'Hang Seng di Hong Kong, che ha lasciato l'1 % a 16.269,12. Perde anche l'indice composito di Shanghai, che ha chiuso a - 0,3% a 3.031,72.

Chi si aspettava interessanti novità, dalla deposizione di ieri al Congresso americano del presidente della Federal Reserve è rimasto deluso. Jerome Powell ha affermato, ancora una volta, che i tagli ai tassi di interesse potrebbero arrivare quest’anno, ma ribadendo che per arrivare a questa decisione occorrono dati più rassicuranti sul fatto l’inflazione si stia effettivamente raffreddando.

Sui mercati americani, l'indice S & P 500 è salito di 26,11 punti, lo 0,5%, a 5.104,76, recuperando la perdita dell'1% di martedì. Il Dow Jones Industrial Average è salito di 75,86 punti, o dello 0,2%, a 38.661,05. Il Nasdaq composito ha guadagnato lo 0,6% a 16.031,54. A guidare la corsa dei titoli è stato quello di Nvidia, che ha messo a segno un +3,2%.

Sul fronte bancario il titolo di New York Community Bancorp, in crisi da tempo, ha chiuso in rialzo del 7,5% dopo aver annunciato un'ancora di salvezza di oltre un miliardo di dollari da un gruppo di investitori, tra cui Steven Mnuchin, l'ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti sotto il presidente Donald Trump.
Foot Locker è crollata del 29,4% anche se nell’ultimo trimestre ha riportato profitti più forti di quanto previsto dagli analisti.
Nel commercio energetico, il greggio americano di riferimento ha perso 3 centesimi a 79,10 dollari al barile. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è sceso di 4 centesimi a 82,92 dollari al barile.
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