Björk al Centre Pompidou: l’arte come manifesto per la natura

- di: Barbara Bizzarri
 

Fedele a un'estetica che intreccia musica, innovazione tecnologica e una profonda sensibilità ecologica, Björk prosegue il suo cammino artistico con una nuova creazione che unisce riflessione ambientale e sperimentazione sonora. Dopo il successo di Fossora, la sua ultima opera discografica, l’artista islandese si fa ancora una volta portavoce di un messaggio che trascende il campo musicale, approdando alle dimensioni immersive dell’installazione.

Dal 20 novembre al 9 dicembre 2024, il Centre Pompidou di Parigi diventerà il palcoscenico di Nature Manifesto, un’opera che trasforma lo spazio museale in un moderno Giardino dell’Eden, dove l’armonia perduta tra l’uomo e la natura trova una nuova narrazione. Protagonista di questa metamorfosi è l’Intelligenza Artificiale, strumento con cui Björk e il curatore Aleph Molinari danno voce al passato, al presente e al futuro della biodiversità.

Un dialogo tra arte, scienza e attivismo

Nature Manifesto nasce da una collaborazione tra Björk, Molinari e l’IRCAM (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique), un’istituzione francese di avanguardia nella ricerca acustica e musicale. L’opera si inserisce nel quadro del forum Biodiversity: Which culture for which future?, concepito per affrontare attraverso linguaggi contemporanei la crisi ecologica e la minaccia crescente alla biodiversità.

La straordinarietà del progetto risiede nella sua capacità di riportare in vita, attraverso un avanzato software di Intelligenza Artificiale, i suoni di animali estinti o in via di estinzione. Il risultato è un’esperienza immersiva che intreccia i richiami di specie scomparse con la voce della stessa Björk, in un continuum sonoro che invita il pubblico a riflettere sull’urgenza di salvaguardare il fragile equilibrio degli ecosistemi.

Visione e struttura: il progetto secondo Björk e Molinari

L’installazione si sviluppa lungo la celebre scala mobile del Pompidou, soprannominata il “bruco”, simbolo dell’era industriale e delle sue contraddizioni. Qui, la fusione di suoni e parole vuole evocare la "cruda vitalità" delle creature in pericolo, ricordando al visitatore il loro diritto alla vita.

“Abbiamo voluto condividere la presenza di questi animali in un’architettura urbana, distante dalla natura,” dichiarano Björk e Molinari. “Mentre i visitatori si spostano tra i piani del museo, i richiami degli animali compongono un ponte sonoro che speriamo possa avvicinare gli ascoltatori alla loro consapevolezza primordiale.”

Non si tratta solo di un’esperienza contemplativa: il progetto si intreccia con una campagna di sensibilizzazione sviluppata insieme a giovani ambientalisti islandesi e francesi, il cui lancio è previsto nei prossimi mesi.

Una sinfonia per il Pianeta

L’opera, descritta da Björk con il consueto lirismo, si presenta come un racconto multidimensionale. “L’apocalisse è già avvenuta,” scrive l’artista, “e il modo in cui agiremo ora è essenziale. In pionieristici strati sonori, pavoni mutanti, api e lemuri ricreano la biologia, adattandosi in modi nuovi. Campi di informazioni sensoriali diventano corpi fruttiferi, dispiegando la rete della vita in mondi di soluzioni inaspettate.”

Nei video che accompagnano l’installazione, firmati dall’artista multimediale Sam Balfua, figure ibride e misteriose si muovono in un paesaggio forestale altrettanto mutevole. Qui, la voce di Björk si fonde con i versi di animali ormai scomparsi, come un coro fantasmagorico che ammonisce e ispira, svelando al contempo la bellezza e la fragilità del nostro Pianeta.

Arte come responsabilità

Nature Manifesto è l’ennesima dimostrazione della capacità di Björk di fondere arte, scienza e impegno etico in un linguaggio universale. Con la sua presenza al Centre Pompidou, l’artista ribadisce l’urgenza di una nuova relazione con il mondo naturale, trasformando un atto creativo in un gesto politico e spirituale.

L’opera si preannuncia come uno dei momenti più significativi della stagione culturale parigina, offrendo non solo un’esperienza estetica unica, ma anche un richiamo alla responsabilità collettiva nei confronti di un futuro sostenibile.

Tags: arte, bjork
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