Bce frena sui tassi e rilancia la crescita dell’Eurozona
Ultimo giro dell’anno a Francoforte: “ben posizionati” al 2%, ma il mercato annusa una fase nuova.
(Foto: la presidente della Bce, Christine Lagarde).
La scena è pronta per una riunione che, sulla carta, dovrebbe essere “di ordinaria amministrazione” e invece promette scintille sotto traccia.
La Banca centrale europea arriva al meeting di dicembre con un messaggio netto: tassi al 2% e nessuna fretta di cambiare rotta.
Ma proprio mentre la Bce ribadisce la linea della pazienza, cresce l’attenzione su due fattori che possono spostare l’ago della bussola:
proiezioni macro in miglioramento e un dibattito interno che, dopo mesi di stabilità, riporta in campo persino l’ipotesi di un rialzo.
Una Bce “ferma”, ma con il radar acceso
L’anno si chiude con un punto fermo: dopo la fase dei tagli nella prima parte del 2025, l’Eurotower ha scelto la strada della stabilità.
L’inflazione è tornata a gravitare attorno al target del 2% e questo consente alla presidente Christine Lagarde di ripetere il mantra:
decisioni basate sui dati, valutate riunione per riunione, senza un percorso prestabilito.
Il cuore della giornata: le nuove stime su crescita e inflazione
Il vero “piatto forte” non è il tasso in sé, ma le nuove staff projections.
Il punto politico-economico è chiaro: rispetto ai timori di primavera su un possibile impatto negativo dei dazi statunitensi,
l’economia dell’area euro sembra reggere meglio del previsto.
Ed è qui che può arrivare la sorpresa: una revisione al rialzo delle stime di crescita (dopo il precedente ritocco già visto nelle proiezioni di settembre),
con un messaggio implicito al mercato: “non serve correre a tagliare”.
Tagli lontani, e qualcuno sussurra “rialzo”
Se fino a qualche mese fa la domanda era “quando ripartono i tagli?”, oggi la domanda è diventata più spigolosa:
e se la prossima mossa fosse al contrario?
Il tema è rientrato nel lessico pubblico dopo alcune indicazioni provenienti da esponenti del board,
in particolare quando è stato riconosciuto che una parte del mercato sta prezzando, prima o poi,
la possibilità di un aumento dei tassi (senza una data sul calendario).
La linea più probabile resta comunque quella di un’Eurotower prudente:
Lagarde potrebbe insistere sul fatto che i rischi non sono mai “a senso unico”,
perché crescita e inflazione possono sorprendere in entrambe le direzioni.
Tradotto: tassi fermi più a lungo come scenario-base, con porte socchiuse solo se i dati cambiano davvero la storia.
Mercati, Borse e cambio: il “non detto” della politica monetaria
Con l’inflazione sotto controllo, il focus si sposta su due nervi scoperti:
valutazioni di mercato e stabilità finanziaria.
Da mesi la Bce avverte che eventuali correzioni improvvise dei listini possono trasformarsi in un problema macro.
In parallelo resta sullo sfondo il tema del cambio euro-dollaro, tornato nel dibattito politico anche in Italia,
dove non sono mancati inviti a politiche più espansive per indebolire l’euro e sostenere la competitività.
Fed, geopolitica e dossier “sensibili”: asset russi, debito comune, oro
Anche se l’agenda ufficiale parla di tassi e proiezioni, la conferenza stampa può allargarsi rapidamente.
Tra i temi destinati a emergere ci sono:
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Le mosse della Federal Reserve: ogni segnale dagli Stati Uniti può influenzare aspettative sui flussi di capitale e sulle condizioni finanziarie globali.
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Il meccanismo sugli asset russi per sostenere l’Ucraina: Lagarde ha già espresso valutazioni favorevoli sull’architettura del dispositivo.
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Il tema del debito comune europeo: il ragionamento richiama precedenti strumenti straordinari e riapre il dibattito su come finanziare obiettivi condivisi,
inclusa la difesa.
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Le riserve auree di Bankitalia: l’emendamento italiano che definisce l’oro “del popolo italiano” è finito nel radar,
anche per le implicazioni sull’indipendenza delle banche centrali.
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La tassazione sul settore bancario: da Francoforte la preoccupazione è che misure fiscali possano ridurre la capacità di credito all’economia reale.
Che cosa aspettarsi dopo Francoforte
In sintesi, il messaggio che potrebbe uscire dal meeting è una combinazione di due concetti:
stabilità (tassi fermi) e fiducia (proiezioni migliori).
Ma il sotto-testo è ancora più interessante: se la crescita sorprende e l’inflazione resta ben ancorata,
la Bce potrebbe sentirsi legittimata a mantenere il freno tirato a lungo, senza concedere al mercato l’idea di un nuovo ciclo di allentamento.