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Bce, via libera a Caltagirone: potrà salire fino al 20% del Monte dei Paschi di Siena

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Bce, via libera a Caltagirone: potrà salire fino al 20% del Monte dei Paschi di Siena

La Banca Centrale Europea ha dato il proprio assenso al gruppo Caltagirone per incrementare la partecipazione in Monte dei Paschi di Siena (Mps) fino al 20% del capitale. La notizia, riportata da Corriere della Sera e La Stampa, rappresenta un passo importante nel consolidamento della presenza del gruppo romano all’interno della storica banca toscana.

Bce, via libera a Caltagirone: potrà salire fino al 20% del Monte dei Paschi di Siena

Secondo quanto trapelato, il via libera da Francoforte sarebbe arrivato nella giornata di ieri, al termine di un iter avviato lo scorso agosto, durante l’Offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) lanciata da Mps su Mediobanca.

Un segnale di fiducia e stabilità per Mps

La decisione della Bce viene interpretata dagli osservatori come un segnale di fiducia nella solidità di Mps e nella sua governance, a due anni dal completamento del piano di rafforzamento patrimoniale che ha consentito alla banca di tornare a un profilo redditizio.

L’autorizzazione consente ora al gruppo Caltagirone di consolidare la propria posizione come azionista di riferimento privato della banca, a fianco del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che detiene ancora circa il 26,7% del capitale, ma che in prospettiva mira a una progressiva riduzione della propria quota.

Per il Monte dei Paschi, che ha appena chiuso un esercizio con indicatori in netto miglioramento, l’ingresso di un azionista stabile e di lungo periodo rappresenta un elemento di continuità strategica e una potenziale leva per la valorizzazione futura del titolo.

Il percorso autorizzativo e il contesto dell’operazione
Il gruppo Caltagirone aveva avviato la procedura di autorizzazione alla Bce nell’estate 2025, come previsto dalle regole europee per le acquisizioni rilevanti in istituti di credito vigilati. L’esame da parte dell’autorità di Francoforte ha riguardato la solidità patrimoniale del gruppo, la trasparenza della struttura proprietaria e la compatibilità con gli obiettivi di stabilità del sistema bancario europeo.

Il gruppo, guidato da Francesco Gaetano Caltagirone, era già presente nel capitale di Mps con una quota intorno al 10%, maturata progressivamente negli ultimi due anni attraverso acquisti sul mercato e partecipazioni a operazioni di rafforzamento patrimoniale.

Il profilo del gruppo Caltagirone e la strategia finanziaria
Il gruppo Caltagirone, attivo nei settori delle costruzioni, del cemento, dell’editoria e della finanza, è già presente in altre grandi realtà del sistema bancario e assicurativo italiano, tra cui Generali e Unicredit. Negli ultimi anni ha rafforzato la componente finanziaria del proprio portafoglio, assumendo il ruolo di investitore di lungo periodo in istituzioni considerate strategiche per il Paese.

La salita al 20% di Mps va letta come un ulteriore tassello di questa strategia: partecipare attivamente al processo di consolidamento bancario italiano, sostenendo gli istituti che hanno completato la fase di ristrutturazione e sono pronti a una nuova stagione di crescita.

Un nuovo equilibrio azionario per il Monte dei Paschi

Con la possibile salita di Caltagirone, il Monte dei Paschi si prepara a un nuovo equilibrio nella propria struttura azionaria. La presenza di un grande gruppo privato, stabile e radicato nel tessuto economico italiano, potrebbe bilanciare la posizione del MEF e rendere più fluido il percorso di parziale privatizzazione della banca.

Il governo ha infatti più volte ribadito l’intenzione di ridurre gradualmente la partecipazione pubblica, preferibilmente attraverso un’operazione di mercato o di aggregazione con un altro istituto. In questo scenario, l’ingresso di Caltagirone fino al 20% potrebbe contribuire a rendere l’istituto più attrattivo per investitori e partner industriali.

Le prospettive di Mps dopo il risanamento
Il Monte dei Paschi, la banca più antica del mondo ancora in attività, ha chiuso il 2024 con utili in forte crescita e una solida posizione patrimoniale. L’istituto guidato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha completato con successo il piano di rilancio e ha visto migliorare tutti i principali indicatori: margine di interesse, cost/income ratio e qualità del credito.

La nuova fase, ha dichiarato recentemente Lovaglio, “punta a rafforzare la competitività della banca e a consolidare il ritorno strutturale alla redditività”. In questo contesto, la presenza di un azionista come Caltagirone – con una visione industriale e un orizzonte di lungo periodo – è vista con favore anche dai mercati.

Le reazioni del mercato e gli scenari futuri

Le prime reazioni finanziarie, in attesa della conferma ufficiale da parte della Bce e del gruppo romano, sono positive. Gli analisti vedono nell’operazione un segnale di stabilità strategica e una possibile premessa per ulteriori sviluppi nel sistema bancario italiano, ancora oggetto di ipotesi di consolidamento.

Secondo alcune fonti di mercato, il rafforzamento di Caltagirone in Mps potrebbe preludere a una maggiore influenza sulla governance della banca, con una partecipazione più attiva alle scelte industriali, in particolare nei dossier riguardanti l’innovazione digitale e la gestione dei crediti.

Verso un nuovo capitolo per la banca senese
Dopo anni difficili, segnati da crisi finanziarie, aumenti di capitale e un profondo piano di risanamento, Monte dei Paschi di Siena entra così in una fase più matura, con un azionariato più diversificato e un modello di business stabilmente redditizio.

L’autorizzazione della Bce non solo rafforza il legame tra Mps e gli investitori italiani, ma rappresenta anche un passaggio simbolico nella storia recente dell’istituto: la conferma che la banca, nata nel 1472, ha riconquistato la fiducia delle istituzioni europee e dei grandi investitori privati.

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