Bankitalia sulle famiglie italiane: "Migliora nettamente giudizio su economia e lavoro, ma sui consumi poca spinta"

- di: Giuseppe Castellini
 
Migliora nettamente il giudizio delle famiglie italiane sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro, a fronte invece di una sostanziale invarianza delle valutazioni sul proprio reddito familiare e sui comportamenti di consumo e risparmio.
È, in estrema sintesi, quanto emerge dalla quinta edizione dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane, pubblicata oggi dalla Banca d’Italia e condotta alla fine di aprile, prima dell’allentamento delle misure di contenimento della diffusione del virus.

Le principali evidenze che emergono da un’analisi descrittiva dei dati sono le seguenti.
1) Le attese delle famiglie sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro sono migliorate. Rispetto alla rilevazione condotta tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, il saldo delle risposte relative alle prospettive generali dell’Italia, pur restando negativo, è fortemente aumentato; la percentuale di famiglie che si attende un peggioramento del quadro generale nei successivi dodici mesi è diminuita di 8 punti percentuali, portandosi al 38 per cento, il valore più basso dall’avvio della rilevazione nella primavera del 2020.

2) Come nella precedente edizione dell’indagine, il 30 per cento delle famiglie dichiara di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia; il peggioramento delle condizioni reddituali è ancora mitigato dalle misure di sostegno al reddito: tra marzo e aprile del 2021 ne avrebbe beneficiato poco più di un quinto dei nuclei.

3) La maggior parte delle famiglie ritiene che il valore delle proprie attività finanziarie nel 2020 sia rimasto stabile; un terzo sostiene che sia diminuito, quota che raggiunge il 40 per cento tra quelle il cui capofamiglia è occupato nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia (ristorazione, turismo, commercio al dettaglio) e raddoppia tra coloro che hanno riportato una riduzione del reddito rispetto a prima dell’emergenza sanitaria. Solo il 7 per cento dei nuclei riporta un aumento del valore delle proprie attività finanziarie nel corso del 2020.

4) Rispetto alla rilevazione precedente, la quota di nuclei che si aspetta di spendere nei prossimi dodici mesi meno del proprio reddito annuo riuscendo a mettere da parte qualche risparmio è rimasta sostanzialmente stabile (a poco meno del 50 per cento); le attese di risparmio sono maggiormente diffuse tra le famiglie che arrivano con facilità alla fine del mese, ma sono prevalenti anche tra quelle che indicano di avere moderate difficoltà economiche.

5) Le intenzioni di consumo si confermano nel complesso caute. Oltre i due terzi delle famiglie dichiarano che avrebbero mantenuto invariate le spese per beni non durevoli e servizi nei successivi tre mesi, un quarto le avrebbe ridotte. Il saldo negativo tra risposte in aumento e in diminuzione è più pronunciato per i nuclei che tra marzo e aprile hanno percepito un reddito più basso rispetto a prima della pandemia e che hanno più difficoltà a fronteggiare le spese mensili. Nelle valutazioni delle famiglie, le aspettative di consumo dipendono anche dal successo della campagna vaccinale, che per un terzo dei nuclei in aprile stava procedendo meglio o in linea rispetto alle attese.
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