Un omicidio shock in Costa Rica e nuove ingerenze: la Cidh e l’Onu suonano l’allarme.
(Fotomontaggio) sulla repressione in Nicaragua.
La Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) dell’Organizzazione degli Stati Americani ha lanciato l’ennesimo grido di allarme: la repressione del regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo ha ormai superato i confini nazionali, colpendo attivisti e oppositori in esilio, non solo dentro, ma anche fuori dal Nicaragua.
La denuncia della Cidh
Nell’ultimo rapporto, la Cidh e il Meccanismo di monitoraggio per il Nicaragua (Meseni) documentano “atti di violenza, persecuzione e intimidazione” contro la società civile nicaraguense in Costa Rica e altri paesi. Sotto osservazione anche gli avvisi rossi Interpol e le richieste di estradizione, utilizzati per criminalizzare il dissenso e limitare la libertà di movimento degli esiliati.
L’omicidio di Roberto Samcam: emblema di una strategia transnazionale
Il caso più emblematico è quello del maggiore in pensione Roberto Samcam, ucciso il 19 giugno 2025 nel suo appartamento a Moravia, Costa Rica. L’assassino, travestito da corriere, ha fatto irruzione ed esploso otto colpi, colpendo a morte il 66enne.
Samcam, attivo dal 2018 nella denuncia della “dittatura famigliare” di Ortega e Murillo, aveva raccolto testimonianze sui crimini del regime ed era autore del libro “Ortega: el calvario de Nicaragua”. Nel 2023 era stato privato della cittadinanza nicaraguense.
Il Gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha dichiarato: “Non si può escludere il coinvolgimento del governo nicaraguense”. Secondo un’indagine giornalistica, una “cellula con fini politici” starebbe operando in territorio costaricense per colpire gli esuli più scomodi.
Un modello che si ripete
Le autorità e la società civile in Costa Rica sono in allerta: non è il primo omicidio politico in esilio. Dal 2021, si registrano numerosi attentati e tentati omicidi contro esuli nicaraguensi, molti dei quali collegati al dipartimento di Carazo, epicentro delle proteste del 2018.
Reazioni internazionali
La risposta internazionale non si è fatta attendere: Osa, Onu e Cidh esortano i paesi ospitanti a “indagare con indipendenza e rispetto dei diritti umani”, rafforzando i protocolli di protezione per le comunità in esilio.
Amnesty International e organizzazioni come Race and Equality parlano di “crimine abominevole” e denunciano l’infiltrazione dell’intelligence nicaraguense in Costa Rica.
Un terreno minato
Per l’oligarchia Ortega–Murillo, l’esilio non è più un limite. Le strategie di repressione includono pressioni diplomatiche, richieste via Interpol, campagne di discredito e ora anche azioni violente oltreconfine.
La Costa Rica, firmataria della Convenzione americana dei diritti umani, ha il dovere di tutelare chi vive sotto la propria giurisdizione. Ma la lentezza delle autorità ha attirato dure critiche da parte degli oppositori, che chiedono trasparenza e un’indagine “a prova di impunità”.
Italia e Europa: cosa si può fare
- Accogliere e tutelare i rifugiati nicaraguensi con misure di protezione rafforzata.
- Collaborare con Costa Rica e Osa per monitorare minacce e scambiare informazioni su cellule attive in Europa.
- Condannare pubblicamente la repressione extraterritoriale e promuovere indagini indipendenti, anche attraverso sanzioni mirate.
Non un episodio isolato
L’omicidio di Roberto Samcam non è un caso isolato: è un segnale chiaro che la repressione nicaraguense si sta facendo transnazionale. Per gli oppositori in esilio, anche fuori dal Nicaragua, l’aria si fa sempre più pesante.
La comunità internazionale deve reagire con urgenza e determinazione: la libertà non si esporta – si difende.