Aci: Sticchi Damiani come Highlander, vuole restare solo lui
- di: Francesco Di Stefano
Altro che Connor MacLeod: il vero highlander ce l'abbiamo noi italiani, ce l'abbiamo in casa nostra. Un personaggio mitico, quasi immortale, di quelli che, davanti alla prospettiva che ''only one will remain'', si fanno una grande risata sapendo che supereranno ogni avversità per raggiungere l'obiettivo. Stiamo parlando non del protagonista di una saga alla ''Trono di spade'', anche se sedere per più di un decennio sulla stessa poltrona se non siamo all'immortalità, ci andiamo vicini.
È Angelo Sticchi Damiani, che presiede l'Automobile Club d’Italia, una vera e propria macchina da guerra, grazie ai suoi numeri (un milione di soci, 400 milioni di fatturato) e anche al fatto che, essendo ente pubblico, ma anche Federazione sportiva, gode di un regime ibrido e quindi quasi privilegiato, speciale, unico e, forse domani, incredibile.
Perché, se dovesse passare la richiesta di Sticchi Damiani di restare in carica per il quarto mandato, qualche norma generale la si violerebbe. Ma si sa che in Italia generale e particolare sono spesso categorie dello spirito e non altro.
Sticchi Damiani come Highlander, vuole restare solo lui
Sticchi Damiani - sui cui meriti personali non entriamo, visti i risultati che ha ottenuto nel suo ''regno'' - è una istituzione e in molti identificano l'Aci con lui e viceversa. Eletto la prima volta nel 2012, è stato confermato alla fine del secondo quadriennio, ma anche del terzo, schivando qualche problemuccio.
Ora, visto il credito che vanta in Aci e la rete amicale che ha saputo stendere nel corso del suo ''regno'', il 16 ottobre potrebbe spuntarla ed essere confermato, perché questo prevede lo statuto.
C'è un ''però'', grande come una casa, grande come una legge (non adottata ieri, ma la bellezza di 46 anni fa, quindi a conoscenza di tutti. Perché ''ignorantia juris neminen excusat'', pur se siamo in Italia...) che impone tetto ai mandati, due.
Ma forse, come dimostrato vicende del passato, l'Automobil Club d'Italia, è una zona franca, dove si possono rispettare le leggi, ma anche farne a meno, pensando che l'essere Federazione sportiva lo esima.
Tutto in discesa? Oddio, non proprio perché la ratifica della conferma deve avere il placet del Parlamento e del Quirinale. Ora, se alle Camere la cosa diventerebbe squisitamente politica, la firma di Sergio Mattarella sarebbe di merito. Un campo, per nostra fortuna, dove il presidente della Repubblica ha sempre mostrato di obbedire al suo ruolo di garante.
Di tutti e non solo del mitico ''Socioaci''.