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Cina, nuova stretta sulle terre rare: magneti e know-how blindati

- di: Bruno Legni
 
Cina, nuova stretta sulle terre rare: magneti e know-how blindati
Pechino estende i controlli all’export di minerali e tecnologie: licenze, divieti militari e vincoli anche per chi usa componenti cinesi. Cresce l’allarme tra Usa ed Europa mentre si accelerano piani alternativi.

(Foto: il presidente Xi Jinping presiede una riunione del governo).

Il ministero del Commercio cinese ha reso operative nuove regole che irrigidiscono l’export di terre rare e delle tecnologie collegate: estrazione, fusione e separazione, produzione di magneti permanenti e riciclo rientrano ora in una lista soggetta a licenza o a divieto se l’impiego è sensibile. La stretta tocca anche manutenzione e ammodernamento delle linee di produzione e introduce obblighi per soggetti stranieri che esportano prodotti contenenti terre rare di origine cinese o realizzati con tecnologia cinese.

Cosa è successo oggi

Come chiarito da Pechino, niente via libera per usi militari o per soggetti inseriti in elenchi di controllo: “le applicazioni che possono arrecare danno alla sicurezza e agli interessi nazionali non saranno autorizzate”. Le licenze saranno richieste anche ai prodotti a duplice uso prima della spedizione all’estero.

Perché conta

La Cina raffina oltre il 90% dei materiali di terre rare globali e domina la catena dei magneti per motori e sensori, cuore di auto elettriche, elettronica avanzata e sistemi di difesa. Ogni irrigidimento significa costi più alti, ritardi e rishoring accelerato in Occidente. La mossa punta a controllare non solo i minerali ma anche il know-how.

Cosa cambia per le aziende

Licenze obbligatorie per chi esporta attrezzature, polveri, leghe o magneti con origine o know-how cinese e divieto per usi militari. Possibile effetto cascata su produttori non cinesi che incorporano componenti o processi cinesi, con oneri di compliance lungo la supply chain.

Gli Stati Uniti corrono ai ripari

Negli Stati Uniti la stretta riaccende l’urgenza di ricostruire la filiera domestica. Progetti minerari, impianti di separazione e accordi industriali sui magneti puntano a ridurre la dipendenza esterna. Il tema entra anche nei dossier diplomatici dei prossimi colloqui bilaterali.

L’Europa tra vulnerabilità e reazione

L’Unione europea spinge sul Critical Raw Materials Act e su progetti strategici di estrazione, raffinazione e riciclo. Ma sul fronte delle terre rare pesanti la dipendenza resta elevata: industria e analisti chiedono procedure rapide e garanzie per impianti ad alta intensità di capitale.

Cosa aspettarsi ora

Nel breve periodo le aziende dovranno mappare l’origine dei contenuti di terre rare, rafforzare i contratti con clausole di end-use e diversificare verso riciclo avanzato e fornitori extra-Cina. Nel medio periodo, la leva tecnologica su separazione, metallizzazione e magneti deciderà chi detterà i prezzi.

Le voci

“Non è un embargo generalizzato: si regolano usi sensibili e si tutelano interessi nazionali”, affermano fonti vicine al dossier. Dall’altra parte, gli analisti avvertono: “Finché l’Occidente non padroneggerà separazione, metallizzazione e magneti, resteremo esposti ai colli di bottiglia”. 

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