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Stati Uniti e Ucraina, intesa più vicina dopo la giornata di Ginevra

- di: Vittorio Massi
 
Stati Uniti e Ucraina, intesa più vicina dopo la giornata di Ginevra
Colloqui intensi a Ginevra: nuovi impegni Usa-Ucraina, ma resta il nodo della sovranità.

Nel fine settimana a Ginevra si è consumato un incontro diplomatico denso di significati: la delegazione degli Ginevra ha visto schierati gli Stati Uniti e l’Ucraina con l’obiettivo dichiarato di tracciare la via verso una pace duratura e globale. Secondo il comunicato della Casa Bianca «l’odierna giornata ha segnato un significativo passo avanti e un coordinamento stretto e continuo sarà essenziale mentre le parti lavorano per una pace durevole».

Dal versante ucraino è giunta una nota altrettanto solenne: la bozza aggiornata «riflette i nostri interessi nazionali e offre meccanismi credibili e applicabili per la sicurezza dell’Ucraina sia nel breve che nel lungo termine». Stiamo dunque parlando di un’intesa che va al-di là del mero cessate-il-fuoco, puntando a un’architettura di garanzie che includa impegni su non aggressione, stabilità energetica e ricostruzione.

Gli ingredienti del nuovo quadro diplomático

Tra i punti salienti emersi a Ginevra vi sono:

  • Impegno Usa a porre al centro del negoziato la sovranità, la sicurezza e la futura prosperità dell’Ucraina, come ribadito dal segretario di Stato Marco Rubio e dal team che lo ha affiancato.  
  • Accordo condiviso sul fatto che qualsiasi intesa futura «deve rispettare pienamente la sovranità dell’Ucraina e garantire una pace sostenibile e giusta».  
  • Una bozza riveduta del piano di pace Usa (quella nota come il «28-punti») che gli interlocutori ucraini ritengono ora più in linea con le loro richieste. Tuttavia, la controparte europea ha già avanzato proposte di modifica radicali. 

Il ruolo dell’Europa e il contrasto alle mosse di Washington

Contemporaneamente, le potenze europee – in particolare il trio E3 powers (Regno Unito, Francia, Germania) – hanno depositato a loro volta un contro-documento, evidenziando che il piano Usa originario conteneva elementi deleteri per l’Ucraina, come la riduzione delle forze armate e l’accettazione tacita di concessioni territoriali.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha alzato la voce: «I confini ucraini non possono essere cambiati con la forza, e l’esercito ucraino non può essere ridotto al punto da diventare vulnerabile». 

Questa doppia dinamica – Washington che spinge per una rapidità negoziale, Bruxelles che alza le condizioni – conferma come la partita della pace in Ucraina non sia soltanto fra due contendenti, ma invece coinvolga l’equilibrio geopolitico dell’intero Occidente.

Le incognite che pesano

Anche se l’atmosfera è apparsa più concreta rispetto ai precedenti round, restano zone d’ombra. Gli osservatori notano che il piano Usa, pur rimaneggiato, continua a favorire Mosca su alcuni aspetti sensibili: ad esempio, si parla di una limitazione delle forze armate ucraine, della rinuncia all’ingresso della Nato, e di un riconoscimento implicito del controllo russo su alcune aree. 

L’Ucraina, da parte sua, appare in bilico. Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha ammesso che si tratta di «una scelta fra dignità e sopravvivenza», ma ha posto come condizione non negoziabile la difesa della sovranità e l’assenza di umiliazioni collettive.

Resta inoltre da chiarire il meccanismo di attuazione: quali forze garantirebbero il rispetto dell’accordo, chi monitorerebbe le risorse per la ricostruzione, come verrebbero gestiti i fondi russi congelati. Su questo è intervenuta l’Europa chiedendo che tali beni restino bloccati finché non verranno pagati i danni all’Ucraina. 

Perché questo momento è cruciale

Il fatto che Stati Uniti e Ucraina abbiano dichiarato che «qualsiasi accordo deve rispettare pienamente la sovranità dell’Ucraina» è un segnale forte: rappresenta un passo avanti rispetto alla retorica vaga dei mesi passati. :contentReference[oaicite:14]{index=14}

Nel contempo, la spinta per chiudere rapidamente un accordo – evocata anche dal presidente Donald J. Trump – induce a pensare che Washington voglia una fine rapida della guerra, anche a costo di compromessi sostanziali. :contentReference[oaicite:16]{index=16}

Per l’Ucraina questo momento rappresenta un bivio: una pace svuotata di garanzie reali potrebbe significare una nuova guerra più lunga mascherata da tregua; dall’altro, continuare senza un’intesa espone a un logoramento imponente del fronte e delle risorse. L’Europa, invece, è chiamata a decidere se accettare un ruolo subalterno nella definizione della pace o porre condizioni più stringenti che rischiano di allungare i tempi.

Commenti e interpretazioni

«Abbiamo fatto oggi forse il miglior incontro di tutto il processo» ha dichiarato Rubio, sintetizzando l’ottimismo americano. 

Ma questo stesso ottimismo appare frenato dall’analisi di altri osservatori: come ha scritto la testata Le Monde, «la proposta iniziale Usa era stata definita una lista di desideri della Russia» e l’Ucraina teme di essere chiamata a pagare un prezzo troppo alto. 

Insomma: sul tavolo c’è molto più di un accordo immediato. Si gioca il futuro della sovranità ucraina, il ruolo internazionale degli Stati Uniti e il peso dell’Europa come soggetto politico credibile. Un accordo frettoloso rischia di essere una pace debole; un’intesa troppo lunga rischia di diventare una non-soluzione.

Prossimi passi

Le consultazioni proseguiranno nei prossimi giorni: le parti hanno concordato di mantenere un dialogo costante man mano che gli accordi si avvicinano alla fase finale (“will continue consultations as agreements near final definition”). La decisione definitiva sarà presa dai Presidenti delle due nazioni. 

L’Europa intanto aspetta che la sua proposta venga integrata oppure impatti il testo finale, altrimenti rischia un ruolo marginale. Per l’Ucraina sarà decisivo che i termini finali includano garanzie concrete e il pieno rispetto della sovranità. Per gli Stati Uniti, invece, conta soprattutto una fine della guerra nel medio termine.

In conclusione: a Ginevra si è vista una speranza tangibile, ma la pace rischia di restare un accordo fragile se non accompagnata da impegni e controlli reali. Il tempo stringe, la posta è altissima e il mondo osserva.

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