Vecchia a chi?

- di: Barbara Leone
 
“Quando si è vecchi, si ha dinanzi a sé soltanto la morte”, diceva Schopenhauer. Dipende. Perché può anche capitare di avere dinnanzi a sé una strada da percorrere in macchina, spero non a tutta velocità, dopo una bella partita a carte con gli amici. E’ il caso Giuseppina Molari, un’arzilla nonnina di Vigarano Pieve, nel ferrarese, che qualche notte fa è stata fermata dai carabinieri allertati da un passante che aveva visto un pandino bianco procedere in modo pericoloso tra le strade del paese. Una volta rintracciata e fermata l’auto, è scattata la fatidica frase di rito: “patente e libretto”. E lì gli agenti sono rimasti senza parole. Non tanto perché il documento era scaduto, cosa che poi ha ovviamente comportato le contravvenzioni previste dal Codice della Strada. Anche perché la simpatica e canuta signora, ex lavoratrice di uno zuccherificio, girava pure con l’assicurazione scaduta. A far strabuzzare gli occhi ai carabinieri, è stata soprattutto la data di nascita incisa sopra il documento: 1920. Il che vuol dire che, a conti fatti, l’allegra signora ha ben 103 anni. Ora: premesso che ha commesso un atto illecito, e difatti giustamente la macchina è stata portata via dal carro attrezzi e lei riaccompagnata a casa dalla volante. E premesso ancora che sì, pure io ogni due per tre mi trovo il classico vecchietto col cappello a falde larghe che va a dieci all’ora, svolta senza metter la freccia e ne fa di ogni per strada facendomi smoccolare in aramaico e pure in mandarino. Nel senso del dialetto cinese. E in questi casi è proprio ai cinesi che tocca ispirarsi, perché bisogna essere decisamente zen per non perdere le staffe. Che poi molto spesso questi vecchietti guidano pure dei bei macchinoni, senza minimamente avere il senso del tempo e dello spazio.

E però devo confessare che a leggere la storia della sora Giuseppina, detta Giose dai compaesani, m’è salito un pizzico di sana invidia per la sua vitalità e per la sua voglia, ancora e nonostante tutto, di socialità. Cioè… Ma come glie va? Nel senso: io, a meno della metà degli anni suoi, se devo uscire la sera mi vesto quasi a lutto. Posso reggere un aperitivo, ma già per uscire a cena mi pesa il culo. Dopocena o locali vari, ciaone proprio. E non sono la sola, perché ho tantissimi amici e soprattutto amiche il cui unico desiderio dopo il tramonto è quello di sprofondare nel divano a guardare, si fa per dire perché quasi sempre ci scappa la pennichella, un film. E lei a ben 103 che fa? La sera prende il pandino, si fa venti chilometri e va a giocare a burraco con le amiche. Che glie voi dì? Chapeau! Come se non bastasse, e fidatevi che già basta, la nonnina intervistata al riguardo ha detto che no. Non ci pensa proprio ad arrendersi, e pazienza se non ha più la macchina. “Sono andata a Bondeno io ieri in bicicletta, fa bene!”, dice ai giornalisti. Tiè, prendi e porta a casa. Che vuoi che sia, sono solo venti minuti di pedalata a 103 anni che io dopo dieci già c’ho il fiatone. E per il futuro ha pure un piano B: “Mi farò un motorino”, ha candidamente detto incurante del fatto che, per fortuna sua e dei suoi compaesani, anche per guidare un motorino ci vuole la patente che, presumibilmente (e vorrei pure vedè) non le rinnoveranno mai. E però quanta energia e voglia di vivere. Sarà genetica, sarà fortuna o forse il fatto che, sono perfidissima lo so, non ha mai avuto marito. “Non mi sono mai sposata - dice -, sono stata fidanzata 7 anni ma non volevo mantenere un uomo”. Hai vinto nonnì. Mo’però metti il folle.
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