Tenore abusivo
- di: Barbara Leone
Nessun dorma, nessun dorma… E l’hanno presa alla lettera la famosa aria di Puccini i vigili fiorentini, che nei giorni scorsi con un impressionante celerità e senso del dovere, muniti di fischietti e fulmineo zelo, sono arrivati in quindici (sottolineo quindici) a multare un tenore di strada che si stava esibendo nei pressi di Ponte Vecchio intonando, appunto, la celebre romanza della Turandot. Quattro pattuglie, che almeno a Roma (ma credo che l’impietosa regola valga anche nel resto d’Italia) quando ne cerchi anche mezza per una macchina in doppia fila che ti blocca l’uscita, non la becchi manco per sbaglio o implorando in tutte le lingue del mondo sant’Archippo. Sempre lui, il mio santo preferito. E però a Firenze ci hanno messo un nanosecondo ad arrivare, contestando al tenore in questione il mancato permesso per esibizione in luogo pubblico. Ebbene sì. Non si finisce mai di imparare. E così scopriamo che a Firenze per mettersi a cantar per strada occorre una preventiva autorizzazione. E già questo pare surreale in un Paese che pullula, giusto per fare un esempio, di parcheggiatori e venditori abusivi. Ma anche volendo dar per buona questa norma, che buona a mio modestissimo avviso non è, il punto è: ci vogliono 15 vigili per far smettere a uno di cantare? Ma siete seri? No, perché io in un tempo neanche troppo lontano a Firenze ci andavo spessissimo.
E mi ricordo come fosse oggi quelli che in centro cercavano di rifilarti merce contraffatta, i borseggiatori o i giri di gente equivoca e poco raccomandabile alle Cascine dove portavo il cane. Per non parlare di Santa Maria Novella, roba da darsela letteralmente a gambe negli anni Novanta, figuriamoci oggi. E mai, dico mai, ho visto un tale zelo, o la banalissima presenza, da parte delle forze dell’ordine. Da qui l’urticante sensazione che oramai viga la filosofia del “forte coi deboli e debole coi forti”: Laddove sarebbe decisamente auspicabile che la forza pubblica impiegasse la stessa solerzia e lo stesso pugno di ferro per combattere vandali, pirati della strada, spacciatori, ladri e criminali che ormai imperversano impuniti nelle nostre città, nessuna esclusa, e la cui presenza per i cittadini è senza ombra di dubbio meno rassicurante di quella di un “pericolosissimo” tenore, che il peggio che può fare è steccare al do di petto. E non era questo il caso perché, per la cronaca, il pubblico che lo applaudiva ha protestato fragorosamente coi vigili. Ed ha pure filmato tutta la scena con video che poi, ovviamente, sono diventati virali sui social scatenando ire e ilarità del popolo del web. Ergo, è documentato che trattasi di un signor tenore, non certo di una gracchiante cornacchia come certi pseudocantanti che popolano certi talent e che poi finiscono (scommettiamo?) pure a Sanremo. Ma poi, dal momento che siamo sotto Natale… ve li vedete voi i vigili che multano gli zampognari? Qui siamo alla follia, si è abbondantemente superato il senso del ridicolo e della decenza se viene ritenuto indecente un cantante, oltretutto lirico, che inebria l’aria di recondita armonia e bellezze diverse, sempre parafrasando Puccini che era pure toscano. E dire che viviamo in un Paese ove la bellezza la fa, dovrebbe farla, da padrona. E invece la snobbiamo, la scansiamo, la boicottiamo e finanche multiamo. A questo punto credo fortemente che tutta questa bellezza non ce la meritiamo proprio. Siamo davvero arrivati al fondo del barile. Anzi, ora lo stanno anche scavando. Altro che “Vincerò”!